Pedofilia, nei guai Dziwisz l'ex segretario di Wojtyla: ignorò le denunce sugli abusi dei preti

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di Franca Giansoldati

L'inchiesta in corso è pesantissima. Così come le accuse. L'ombra di aver coperto i preti orchi si allunga persino sullo storico segretario di San Giovanni Paolo II, don Stanislao, divenuto cardinale sotto Benedetto XVI e destinato alla diocesi di Cracovia. Dopo mesi di martellanti inchieste giornalistiche, testimonianze scomode, documenti imbarazzanti e alcune teste di vescovi polacchi che, nel frattempo, sono state fatte rotolare per aver ignorato le vittime e non avere punito i pedofili, ha iniziato a lavorare in sordina una commissione del Vaticano per ricostruire le falle del sistema e capire se effettivamente anche il cardinale Dziwisz ha nascosto le denunce che gli arrivavano.
Papa Francesco ha affidato la patata bollente al cardinale Angelo Bagnasco, ex arcivescovo di Genova, ex presidente della Cei e, tra l'altro, buon amico dello stesso Stanislao Dziwisz, il quale fino a qualche settimana fa continuava a smentire di avere mai insabbiato denunce giunte sul suo tavolo dal 2005 al 2016.

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La svolta

La conferma di questa clamorosa svolta è arrivata dalla nunziatura di Varsavia che, dopo fortissime pressioni, si è trovata costretta a confermare che effettivamente Bagnasco era stato spedito a Varsavia dal Papa a indagare sulla veridicità o meno delle tante voci che circolano. Toccare don Stanislao è un po' come toccare Karol Wojtyla, visto che lo ha accompagnato come un figlio per tutta la durata del lunghissimo pontificato di Giovanni Paolo II. «Lo scopo di questa inchiesta fatta su richiesta della Santa Sede è di verificare le negligenze attribuite al cardinale Dziwisz durante il suo mandato di arcivescovo metropolita di Cracovia».
Bagnasco avrebbe già preso visione della documentazione riservata conservata in nunziatura e ha già raccolto diverse dichiarazioni giurate da parte di testimoni chiave. «Siamo di fronte ad una mentalità omertosa che esiste nella Chiesa polacca da almeno 30 anni, dopo la caduta del comunismo. Naturalmente spetterà alla Santa Sede giudicare questo o quel prete ma finché prevarrà la mentalità di tacere e non si arriverà alla trasparenza necessaria (visto che l'episcopato non vuole consegnare documenti ad una commissione statale) non usciremo mai da questa impasse» ha raccontato alla tv polacca padre Tadeusz Isakowicz-Zaleski, uno dei principali accusatori di Dziwisz, e fondatore di una associazione chiamata Fratel Alberto, tra le più attive realtà che aiutano i disabili fisici o mentali.
Zaleski ha anche detto che quando ha ricevuto la convocazione ha subito pensato ad «uno scherzo». «Si è trattato di una conversazione molto professionale che ha richiesto parecchio tempo.

Naturalmente ho deposto mettendo per iscritto tutto quello che sapevo. Non ho potuto rispondere ad alcune domande perché di alcuni casi non avevo mai sentito parlare prima. Non c'è solo un caso».


LA LISTA DELLE VITTIME
Il verbale in via di preparazione include anche la lista completa delle vittime che si erano rivolte alle istituzioni cattoliche polacche ed erano state ignorate dai vescovi. A Dziwisz viene imputato di non avere dato seguito alla lettera di una vittima, Janusz Szymik, abusata da un sacerdote, padre Jan Wodniak. In questi mesi il cardinale Dziwisz si è difeso con forza dicendo di non avere mai avuto questa lettera tra le mani anche se un prete di Cracovia ha confermato di avergliela consegnata nelle mani nel 2012. Il lavoro di Bagnasco richiederà settimane e servirà a redigere un rapporto per Papa Francesco. Inutile dire che la materia - già di per sé scottante - stavolta potrebbe risultare semplicemente esplosiva poiché riguarda uno dei cardinali senior più influenti, collaboratore chiave del pontificato di un santo e, successivamente, di Benedetto XVI.


Ultimo aggiornamento: Domenica 27 Giugno 2021, 07:21
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