Vaticano, abusi fra i chierichetti del Papa, rinviati a giudizio un prete e il rettore

Abusi fra i chierichetti del Papa, rinviati a giudizio un prete e il rettore

di Franca Giansoldati
Città del Vaticano - Il sospetto è che anche in Vaticano ci siano stati abusi su minori. Un'ombra inquietante che si fa sempre più concreta. Il tribunale del Papa ha rinviato a giudizio due sacerdoti. Il primo, don Gabriele Martinelli è incriminato per violenze sui ragazzini ospitati del pre-seminario, mentre il secondo, il rettore del collegio situato a due passi da Casa Santa Marta, don Enrico Radice di favoreggiamento. Nei giorni scorsi però anche la magistratura italiana aveva dato mandato di perquisire la casa di don Gabriele Martinelli, acquisendo parecchio materiale. E chissà se è stato proprio questo materiale a dare l'ultima spallata per arrivare alla decisione vaticana. In ogni caso, in silenzio, ma con progressi evidenti, l'inchiesta più terribile perchè riguardante direttamente la struttura educativa nella quale vivono una cinquantina di "chierichetti del Papa" è andata avanti. Si tratta degliadolescenti che ogni domenica fanno servizio alle funzioni liturgiche nella basilica di San Pietro. Il cuore della cristianità.

Inizialmente il cardinale Angelo Comastri, arciprete della basilica e responsabile diretto di tutto quello che accade nel preseminario, affermava con grande certezza ai giornalisti che là dentro non era mai accaduto nulla di strano, tranquillizzando anche i genitori che avevano mandato a studiare i figli a Roma. Eppure le accuse contenute del libro di Gianluigi Nuzzi – il primo a parlarne pubblicamente in un libro aprendo questo filone di indagine – erano talmente abnormi che qualcosa ha iniziato a smuoversi in Vaticano dove spesso tutto finisce sotto la sabbia. Papa Francesco ha insistito moltissimo ad andare avanti fino ad arrivare alla decisione resa nota ieri: Il Promotore di Giustizia del Tribunale dello Stato Vaticano, Gian Piero Milano con provvedimenti del 16 e 17 settembre, ha chiesto il rinvio di don Martinelli, con l'accusa di abusi avvenuti in anni precedenti il 2012, e di don Radice, il rettore che all'epoca dei fatti avrebbe insabbiato e allontanato le voci che già circolavano. Le indagini erano state avviate nel novembre del 2017 "a seguito di notizie divulgate da organi di stampa". Il rinvio a giudizio è stato possibile in virtu' di un apposito provvedimento normativo di Papa Bergoglio, un "rescriptum" del 29 luglio scorso, per rimuovere “la causa di improcedibilita'" visto che ifatti denunciati risalivano ad anni in cui la legge in vigore impediva il processo (in assenza di querela della persona offesa da presentarsi entro un anno dai fatti contestati).

Le rivelazioni che erano arrivate da un ex seminarista, Kamil Jarzembowski, sono state ritenute credibili dai magistrati, delineando uno scenario complessivo fatto di amicizie morbose, di un giro di gay, lettere anonime e persino ricatti. Ora però si vedrà se si arriverà al processo.

«Il Promotore di Giustizia del Tribunale dello Stato Vaticano, con provvedimenti del 16 e 17 settembre, ha chiesto il rinvio a giudizio rispettivamente di don Gabriele Martinelli, con l'accusa di abusi sessuali che sarebbero avvenuti nel Preseminario San Pio X in anni precedenti il 2012, e di don Enrico Radice, rettore del Preseminario all'epoca dei fatti, con l'accusa di favoreggiamento» si legge nel comunicato vaticano. 

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A denunciare i fatti al centro dell'inchiesta vaticana nel preseminario il libro inchiesta di Gianluigi Nuzzi 'Peccato originale' e, in seguito, la trasmissione Le Jene. 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 18 Settembre 2019, 09:34
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