Il cardinale si rifiuta di pubblicare l'elenco dei preti pedofili della sua diocesi, il caso finisce a Roma

Il cardinale si rifiuta di pubblicare l'elenco dei preti pedofili della sua diocesi, il caso finisce a Roma

di Franca Giansoldati

Città del Vaticano - In Germania continuano a crescere le pressioni sul cardinale di Colonia perché rassegni le dimissioni. Si tratta di una bufera senza precedenti scatenatasi sul porporato dopo il suo rifiuto di desecretare un rapporto sugli abusi sessuali avvenuti nella sua diocesi. La scelta di non rendere pubbliche le conclusioni alle quali è arrivata una autorevole commissione indipendente che ha indagato sulla pedofilia nella Chiesa, incrociando dati e consultando archivi, ha avviato diverse reazioni a catena, fino alla richiesta di dimissioni avanzata da diverse voci della società civile. In Germania da oltre un anno la Chiesa cattolica è impegnata in un percorso legato alla trasparenza nella gestione dei casi di abusi. Il cardinale Woelki si è rifiutato di seguire le indicazioni della commissione di studio imputando alla commissione stessa di non essere stata realmente indipendente. Una accusa gravissima.

Cardinale Woelki

Il cardinale Rainer Maria Woelki finora ha mantenuto il punto e non ha ceduto di un millimetro, affrontando le critiche crescenti per aver bloccato la pubblicazione del rapporto che doveva rendere pubblici tutti sugli abusi commessi dai preti, vescovi e religiosi di Colonia, la più grande diocesi della Germania, in un periodo compreso tra il 1975 e il 2018.

L'elenco

Il tema è scottante perché la pubblicazione dell'elenco avrebbe evidenziato la mala gestione del passato nell'affrontare i vari casi.

La prassi più frequente nella Chiesa, infatti, era generalmente quella di trasferire il prete pedofilo da una parrocchia ad un altra, senza tenere conto che in questo modo si sarebbe arrecato altro male alle vittime.

Woelki, secondo la stampa tedesca, alcuni mesi fa avrebbe anche chiesto a Papa Francesco di prendere in mano l'indagine, rimettendosi alle sue decisioni. Nel frattempo il consiglio della diocesi di Colonia, che raggruppa sia religiosi che laici, ha pesantemente criticato Woelki, dicendo che ha «completamente fallito come autorità morale». Per un vescovo equivale a perdere l'autorevolezza necessaria per andare avanti. 

«Ci troviamo nella più grande crisi che la Chiesa abbia mai vissuto» ha detto Tim Kurzbach, capo del consiglio, in una nota. «I responsabili devono finalmente assumersi anche la responsabilità», ha continuato la dichiarazione. «Abbiamo bisogno di chiarezza ora. Altrimenti, non abbiamo alcuna possibilità di uscire da questa miseria (...) Non aspettate che Roma decida o che un esperto legale vi dica cosa avete fatto di sbagliato».


Ultimo aggiornamento: Domenica 31 Gennaio 2021, 21:08
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