La Via Crucis del Papa e dei bambini schiacciati dalla Dad, la grande solitudine portata dal covid

La Via Crucis del Papa e dei bambini schiacciati dalla Dad, la grande solitudine portata dal covid

di Franca Giansoldati

Città del Vaticano – Più che meditazioni teologiche vere e proprie sono pensierini sgorgati dal cuore di bambini e ragazzi provati dalla Dad, dalla didattica a distanza, dalle immagini di morte che arrivano dritte nelle loro case ogni sera con il telegiornale, dal confronto inevitabile tra il bene e il male e la possibilità di filtrarlo attraverso la lente di una fede semplice e ancora priva delle sovrastrutture che potrebbero appesantire la freschezza che solo i più piccoli hanno. C'è, per esempio, il ragazzino che, a proposito della seconda stazione (Gesù è caricato della croce e insultato) scrive di avere capito cosa fosse la persecuzione dopo avere visto le lacrime della sua compagna di classe perchè era stata derisa e bullizzata. «Non era nostra intenzione deriderla eppure quanto dolore le abbiamo provocato con quelle nostre risate. La persecuzione non è un lontano ricordo di duemila anni fa, a volte certe nostre azioni possono giudicare e ferire e calpestare».

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La Via Crucis del Venerdì Santo, guidata da papa Francesco, vedrà protagonisti quest'anno i bambini e le bambine, le ragazze e i ragazzi della parrocchia romana dei Santi Martiri dell'Uganda, il gruppo scout di Foligno e gli ospiti di due case famiglia di Roma. Sono loro gli autori dei testi e dei disegni che commentano le 14 stazioni che accompanerano il Papa durante il rito. 

Per il secondo anno consecutivo, a causa della pandemia la Via crucis si svolgerà non al Colosseo ma a piazza San Pietro. Nell'introduzione al libretto i bambini, rivolgendosi a Gesù, lo sottolineano: «Caro Gesù, Tu sai che anche noi bambini abbiamo delle croci, che non sono né più leggere né più pesanti di quelle dei grandi, ma sono delle vere e proprie croci, che sentiamo pesanti anche di notte. E solo Tu lo sai e le prendi sul serio. Solo Tu». 

Le croci sulle spalle dell'infanzia vengono elencate in modo plastico, sono le paure del buio, della solitudine e dell'abbandono, della pandemia, l'esperienza dei propri limiti, delle prese in giro da parte degli altri, il sentirsi più poveri rispetto ai coetanei, il dispiacere per i litigi in famiglia di mamma e papà.

In una meditazione c'è anche il dolore di un bambino di fronte ad un nonno che se ne va colpito dal Covid. «Dall'ambulanza sono scesi uomini che somigliavano ad astronauti, coperti da tute, guanti, mascherine e visiera. Hanno portato via il nonno che da qualche giorno faticava a respirare. E' stata l'ultima volta che ho visto il nonno. E' morto pochi giorni dopo l'ospedale, immagino soffrendo anche per tanta solitudine. Non ho potuto stargli vicino fisicamente, dirgli addio ed essergli di conforto». Questa meditazione è relativa alla XIII stazione (Il corpo di Gesù è deposto dalla croce).

Sempre sulla pandemia e sulle variabili sociali negative che ha portato il covid una bambina scrive: «Nell'ultimo anno con la mia famiglia non abbiamo piu fatto visita ai nonni, i miei genitori dicono che è pericoloso, potremmo farli ammalare dal covid. Mi mancano. Cosi come mi mancano le amiche della pallavolo e gli scout. Spesso mi sento sola. Anche la scuola è chiusa, prima ci andavo malvolentieri, ma ora vorrei solo tornare in classe per rivedere i compagni e le maestre. La tristezza della solitudine a volte diventa insopportabile, ci sentiamo abbandonati da tutti, incapaci di sorridere ancora».

Nell'introduzione al libretto i bambini, rivolgendosi a Gesù, lo sottolineano: 'Caro Gesù, Tu sai che anche noi bambini abbiamo delle croci, che non sono né più leggere né più pesanti di quelle dei grandi, ma sono delle vere e proprie croci, che sentiamo pesanti anche di notte. E solo Tu lo sai e le prendi sul serio. Solo Tu'. Le croci sono la paura del buio, della solitudine e dell'abbandono, anche a causa della pandemia, l'esperienza dei propri limiti, delle prese in giro da parte degli altri, il sentirsi più poveri rispetto ai coetanei, il dispiacere per i litigi in famiglia di mamma e papà. Ma ci sono bambini nel mondo che soffrono anche perché 'non hanno da mangiare, non hanno istruzione, sono sfruttati e costretti a fare la guerra'. Tu, Gesù, ci sei sempre vicino e non ci abbandoni mai, concludono i bambini, 'aiutaci ogni giorno a portare le nostre croci come Tu hai portato la tua'».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 31 Marzo 2021, 12:31
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