Ucraina, il rebus del piano di pace del Papa che sta circolando in Russia: ecco di cosa si tratta

Ucraina, il rebus del piano di pace del Papa che sta circolando in Russia: ecco di cosa si tratta

di Franca Giansoldati

Città del Vaticano – Se il Vaticano tace senza smentire nè confermare, facendo scendere un velo impenetrabile sulla presunta operazione di pace del Papa in Ucraina, in queste ore in Russia, tramite l'agenzia Ria Novosti, sta circolando il presunto piano che Bergoglio avrebbe sottoposto ad un emissario legato ad ambienti gravitanti sul Cremlino. In questa complessa fase del conflitto caratterizzata dallo stallo delle diplomazie sembrerebbe avanzare per forza d'inerzia un progetto che Bergoglio ha affidato ad un personaggio discusso un tempo collegato al circolo più ristretto putiniano, il manager Leonid Sevastianov. E' lui il primo ad avere annunciato l'esistenza di questo misterioso piano di pace elaborato da Santa Marta che potrebbe mettere fine al conflitto.

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Secondo il sito paravaticano (solitamente molto bene informato) il Sismografo si tratterebbe solo di una «operazione di disinformazione di un amico di Kirill e di Putin che frequenta Santa Marta» in ogni caso è interessante proprio la veicolazione del progetto. A dire di Sevastianov, in qualità di Presidente dell'Unione mondiale dei vecchi credenti, il testo del progetto è stato ricavato dalle registrazioni della voce del Pontefice, evidentemente frutto di telefonate o incontri avvenuti a Santa Marta.

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Sevastianov ha elencato i punti partendo dal fatto che in un conflitto le parti coinvolte hanno le medesime responsabilità. «Il piano si propone di raggiungere e garantire una pace lunga e giusta, basata sull'inclusione, il rispetto per la cultura e la lingua e la cooperazione tra Ucraina, Russia e Europa». Il Papa insisterebbe sulla protezione della vita delle persone e sul divieto per i paesi stranieri a rifornire armi alle parti in conflitto (anche se questo probabilente significherebbe per l'Ucraina il rischio della disfatta immediata). Infine emerge l'attenzione a costruire un unico spazio socio-economico equo rispettando la cultura, la lingua, la nazionalità e la fede di ogni persona. Praticamente quello che già l'ambasciatore russo in Vaticano, Aleksandr Avdeev (il diplomatico che ricevette l'insolita visita papale nella sede diplomatica in Via della Conciliazione a poche ore dall'invasione russa per cercare di parlare al telefono con Putin) disse al Messaggero in una intervista rilasciata la vigilia di Natale, prima dell'aggressione all'Ucraina. Avdeev ricordava, in quella occasione, una soluzione possibile riproducendo nelle zone del Donbass e della Crimea gli stessi accordi che l'Italia fece negli anni Cinquanta con l'Alto Adige dove la minoranza tedesca chiedeva la totale autonomia culturale. «Fu individuata una giusta ed equilibrata soluzione di compromesso. Tale esperienza potrebbe essere utile anche a Kiev per la risoluzione dei nodi in Donbass e a Lugansk».

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Il presunto piano di pace del Papa che sta circolando secondo il Sismografo si tratterebbe «solo e semplicemente disinformazione che però il Vaticano non contrasta in nessun modo e quest'apparente indifferenza ovviamente crea confusione e disorientamento».

Nell'articolo della Ria Novosti non si riesce, infatti, a distinguere tra quello che avrebbe detto il Papa da quello che afferma Sevastianov. Nell'articolo si dice, che il Pontefice avrebbe definito i negoziati che si prospettano in Vaticano uno strumento per raggiungere la pace senza però precisare di quali negoziati si parla e tra chi.

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Il ministro degli esteri del Papa, monsignor Paul Gallagher, in una intervista ad America rilasciata alla fine della conferenza di Monaco ha sintetizzato la posizione vaticana riferendo che continua ad avere contatti con Mosca e con Kiev. «Continuiamo ad avere contatti attraverso il nunzio a Kiev e l'ambasciatore ucraino presso la Santa Sede. Per quanto riguarda la parte russa, abbiamo il nunzio a Mosca e abbiamo contatti con l'ambasciatore russo presso la Santa Sede. Nel caso russo non si va molto oltre, ma ci sono alcuni contatti”». 

L'arcivescovo Gallagher ha poi chiarito quale è la posizione della Santa Sede: «Sosteniamo la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina. Allo stesso tempo, riconosciamo la libertà e la libertà del popolo ucraino di autodeterminarsi. Questo non significa che il presidente Zelensky e il suo governo non possano prendere decisioni per la pace, perché questo è un loro compito»

Ecco il testo completo: 

«La ragione di ogni guerra è l'egoismo e il desiderio di non ascoltare l'interlocutore, perciò in ogni guerra, tutti sono colpevoli. (Dostoevskij). La riconciliazione e il perdono reciproco sono una virtù cristiana fondamentale. La Santa Sede e il Vaticano sono una piattaforma di negoziazione per tutti. Roma e il Vaticano sono citta' della pace! L'obiettivo dei negoziati è una pace lunga e giusta per tutti». 

«La vita di una persona non può essere strumentalizzata. La vita e la salute dei cittadini sono lo scopo principale dell'esistenza dello stato. Proteggere la vita delle persone resta l'obiettivo di qualsiasi governo. Non c'è lo scopo per il quale la vita e la salute di una persona, di un cittadino possono essere sacrificati».

Un mondo per tutti senza i muri e confini è la chiave per una pace giusta. Russia, Ucraina ed Europa devono fare le parte integranti di un mondo inclusivo uno per tutti! Invece di guerra, cooperazione di tutti per la costruzione di un unico spazio socioeconomico equo. La cultura, la lingua, la nazionalità e la fede di ogni persona sono soggette a protezione e al rispetto». 

«La negoziazione e la comunicazione sono un'unica opportunità per superare il conflitto. Tutte le parti devono fermare l'offensiva, sedersi al tavolo delle trattative e discutere le loro posizioni. Le parti in conflitto non devono armarsi da altri paesi. Lo Spirito Santo troverà per coloro che vogliono la pace un algoritmo in grado di ciascuna delle parti in conflitto di non considerarsi e di non essere sconfitto. Mai nella storia la vittoria militare ha portato la pace finale permanente, ma è stata sempre la causa di nuovi conflitti, quindi solo i negoziati e gli accordi giusti per tutti portano a una pace a lungo termine a tutti gli effetti. La migliore vittoria è quella in cui tutte le parti in conflitto si sentono vincenti, non sconfitte e solo la negazione rispetosa sia capace di questo».

Papa Francesco ha firmato e vistato il testo aggiungendo le seguenti parole: «Credo, che questo piano di pace sia possible. Magari sia ben ricevuto e accettato»


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 1 Marzo 2023, 17:22
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