Vaticano, abusi al Preseminario: «Per i ragazzi era un ambiente malsano. E tutti sapevano»

Vaticano, abusi al Preseminario: «Per i ragazzi era un ambiente malsano. E tutti sapevano»

di Franca Giansoldati

Città del Vaticano – E' un quadro devastante quello che emerge dalle testimonianze rese oggi pomeriggio da alcuni sacerdoti ed ex allievi del Pre-seminario vaticano.

Dalle testimonianze è così emerso che il collegio dove si formano i chierichetti del Papa era «un ambiente malsano» dove «si facevano continue battute a sfondo omosessuali e venivano dati soprannomi femminili». C'erano liti continue, gelosie, amicizie torbide, pressioni psicologiche. In questa cornice l’imputato Gabriele Martinelli è definito come la persona alla quale l’ex Rettore don Enrico Radice aveva delegato molti ruoli bypassando gli altri due sacerdoti che facevano parte dell’equipe formativa (don Marco Granoli e don Ambrogio Marinoni).

Il processo va avanti per capire se all'interno delle mura del collegio, un edificio situato poche decine di metri dalla residenza del pontefice, si siano consumate violenze sessuali, come sostiene una presunta vittima L.G nei confronti di don Gabriele Martinelli. In particolare padre Pierre Paul, maestro della Cappella Giulia e sacerdote della Basilica di San Pietro  ha raccontato di avere ricevuto le confidenze della vittima e che tutti a San Pietro, compreso i vertici, sapevano di quello che accadeva.  «Non mi ha mai detto esplicitamente che cosa non andava ma si capiva che erano problemi della sfera affettivo-sessuale». Anche monsignor Vittorio Lanzani, vice del cardinale Angelo Comastri alla Fabbrica di San Pietro, «sapeva di Kamil e di L.G.»

Kamil è un altro ex seminarista, di nazionalità polacca, che aveva denunciato le presunte violenze, cambiando però nel corso del tempo la sua versione. 

Padre Paul ha raccontato inoltre che, ad un tratto, l'arcivescovo Lanzani gli chiese di non coinvolgere più L.G. nel servizio in basilica. Nel 2017 padre Paul si decise a fare una segnalazione alla Commissione per la Tutela dei minori nella Congregazione per la Dottrina della Fede. Avrebbe voluto farlo molto prima ma L.G. - la presunta vittima – glielo ha impedito perché voleva «mettere una pietra storia» a tutta questa brutta storia. Padre Paul davanti ai magistrati vaticani ammette: «l’ho fatto lo stesso (di andare alla Congregazione della Fede), perché penso che un sacerdote che sa qualcosa e non parla diventa complice». «Un paio di volte» è andato alla Commissione per la tutela dei minori e gli è stato comunicato che sarebbe stato interrogato da Domenico Giani, capo della Gendarmeria.

Cosa che non si sa se poi è avvenuta. Padre Pierre riferisce ancora che «si era arrabbiato» nel vedere anni dopo Martinelli ancora a gestire i servizi liturgici con i ragazzi perché «se qualcuno ha problemi di questo genere non lo si mette con i ragazzi».

 Le notizie delle presunte violenze sono riferite solo perché apprese da altri; il nome ricorrente delle persone che riferivano questi fatti è quello di Kamil, lo stesso giovane che fece esplodere il caso con il servizio delle Iene. Solo un testimone (Flaminio Ottaviani) dice di aver visto, «durante una lotta in una stanza», Martinelli «toccare le parti intime» di un altro allievo. Un altro testimone parla genericamente di aver visto «toccate» e «avance» da parte di Martinelli nei confronti degli allievi più piccoli (Andrea Spinato). Tutti sapevano e facevano finta di nulla. «Anche il cardinal Comastri sapeva tutto e non ha mai fatto niente» ha detto Ottaviani.

Un altro testimone, Alessandro Flaminio Ottaviani, in preseminario dal settembre 2010 al giugno 2011, ha raccontato che scorreva l'odio tra Martinelli e L.G.  Egli ha raccontato di non aver mai assistito a rapporti sessuali tra l’imputato e la presunta vittima, ma  che una volta era stato attirato dagli schiamazzi nella stanza di un altro ex preseminarista, Andrea Garzola, verso il quale Martinelli sembrava provare una forte attrazione: «Con L.G. era finita male, Garzola era una nuova preda». Arrivando nella stanza Ottaviani ha visto Martinelli rincorrere Garzola e altri due ragazzi e, alla fine del gioco, afferrare Garzola nelle parti intime «come richiesta implicita di un rapporto sessuale».

Garzola aveva rifiutato l’avance e da allora «era caduto in disgrazia», «emarginato» e pressato psicologicamente al punto da dover abbandonare il San Pio X.  Garzola è uno dei testimoni chiamati dal Promotore di Giustizia ma che oggi all'udienza non si è presentato. Inoltre, era la persona che Kamil ha raggiunto in Veneto quando ha lasciato il Preseminario affermando di essersi innamorato di lui.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Febbraio 2021, 17:31
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