Papa Francesco al Tg5: «Con il lockdown ci si sente in gabbia»

Intervista esclusiva al Tg5 Papa Francesco: «Con il lockdown ci si sente in gabbia»

di Franca Giansoldati

Città del Vaticano – Papa Francesco vive in lockdown, chiuso a Santa Marta, impossibilitato a fare viaggi e vedere folle, e in questa condizione si «sente in gabbia». Dice proprio così e si descrive con spontaneità nella intervista rilasciata al Tg5, a Fabio Marchese Ragona. «Sono ingabbiato, come quando uno è nella gabbia. Ma poi mi sono calmato, ho preso la vita come viene. Si prega di più, si parla di più, si usa di più il telefono, si alcune riunioni per risolvere i problemi. La pandemia ha colorato pure la vita del Papa e io sono contento» afferma ripercorrendo questo anno doloroso ed eccezionale anche per la Chiesa. «Ho dovuto cancellare viaggi, a Papua Nuova Guinea e Indonesia, cancellati totalmente» afferma, spiegando che per responsabilità evita di provocare assembramenti. Per questo non sa nemmeno se riuscirà a portare avanti il progetto del viaggio in Iraq a marzo, come aveva annunciato. «E' cambiata la vita. Sì, è cambiata la vita. Chiusa. Ma il Signore ci aiuta sempre a tutti».

Papa Francesco nel lungo colloquio affronta diversi temi. Il bisogno della politica di dare il meglio ed essere unita per il bene comune, il vaccino che è necessario farlo, l'aborto che resta un male assoluto e i disordini che hanno sconvolto l'America. 

 Dalla pandemia è convinto che la gente possa uscire migliore. Papa Francesco è ottimista. «Se vogliamo uscirne migliori dovremo prendere una strada, se vogliamo riprendere le stesse cose di prima la strada sarà un’altra strada, e sarà negativa. E oltre alla pandemia ci sarà una sconfitta in più: quella di non esserne usciti migliori. E come si diventa migliori? Bisogna fare una revisione di tutto. I grandi valori ci sono sempre nella vita ma i grandi valori vanno tradotti nei momenti perché i momenti storici non sono gli stessi. I valori non cambiano nella storia ma l’espressione del valore dipende sempre dalla cultura del tempo».

Sui vaccini: «Credo che, eticamente, tutti devono prendere il vaccino. È un’opzione etica perché riguarda la tua vita ma anche quella degli altri. La prossima settimana lo faremo qui al Vaticano e io mi sono prenotato per farlo (…) C’è un negazionismo suicida che non saprei spiegare ma oggi si deve prendere il vaccino».

Sulla politica e le spaccature tra i partiti. «La classe dirigenziale ha il diritto di avere punti di vista diversi e anche di avere la lotta politica. È un diritto: il diritto di imporre la propria politica. Ma in questo tempo si deve giocare per l’unità, sempre. In questo tempo non c’è il diritto di allontanarsi dall’ unità. Per esempio, la lotta politica è una cosa nobile, i partiti sono gli strumenti. Quello che vale è l’intenzione di fare crescere il Paese.

Ma se i politici sottolineano più l’interesse personale all’interesse comune, rovinano le cose. In questo momento la classe dirigenziale tutta non ha il diritto dire “Io”. Si deve dire “Noi” e cercare un’unita davanti alla crisi (...) I conflitti sono necessari, ma in questo momento devono fare vacanze. Bisogna sottolineare l’unità, del paese, della chiesa e della società. Chi dice che “in questo modo si possano perdere le elezioni” dico che non è il momento, questo è il momento della raccolta. «L’uva si raccoglie in autunno», questo è il momento di pace e non crisi, bisogna seminare il bene comune».

Il tema dell'aborto è stato un altro tema dell'intervista, anche perchè in Argentina è stata approvata dal Parlamento una legge a favore. «Le persone che non sono utili si scartano. Si scartano i bambini, non volendoli, o mandandoli al mittente quando si vede che hanno qualche malattia, o quando semplicemente non sono voluti: prima della nascita si cancellano dalla vita.  Io ho il diritto di fare questo? La risposta scientifica: la terza settimana, quasi la quarta, ci sono tutti gli organi del nuovo essere umano nel grembo della mamma, è una vita umana. Io faccio questa domanda: è giusto cancellare una vita umana per risolvere un problema, qualsiasi problema? No, non è giusto. È giusto affittare un sicario per risolvere un problema? Uno che uccida la vita umana? Questo è il problema dell’aborto. Scientificamente e umanamente». 

Sui disordini americani Papa Francesco afferma di essere rimasto molto stupito: «Io ringrazio Dio che questo sia scoppiato e si è potuto vedere bene perché così si può porre rimedio, no? Sì, questo va condannato, questo movimento così, prescindendo dalle persone». 

 Infine dal Papa è arrivata la condanna a coloro che, per evitare il lockdown, hanno preso aerei per trascorrere le vacanze di Natale nei paradisi estivi. «Questo è un altro problema grave. In un paese in cui il governo dice che dal giorno dopo ci sarà il lockdown ecco che quel giorno sono partiti più di 40 aerei civili e privati per andare a fare le vacanze nei luoghi di mare e in altri paesi. Questo è uno scandalo perché non si pensa più agli altri e alla comunità. In più è stata anche una mossa suicida. Con le spiagge piene, il contagio lì è stato terribile. È successo anche da noi, mi ricordo quest’estate che la gente non se n’è curata molto. Ma dall’altra parte io capisco le persone. Pensiamo a una famiglia con due figli che vive in un appartamento, non è una situazione facile con il lockdown».


Ultimo aggiornamento: Domenica 10 Gennaio 2021, 21:42
© RIPRODUZIONE RISERVATA