Papa Francesco a settembre vede Orban al Congresso Eucaristico in Ungheria

Papa Francesco a settembre vede Orban al Congresso Eucaristico in Ungheria

di Franca Giansoldati

Città del Vaticano – Papa Francesco dopo lo storico viaggio in Iraq a marzo, intrapreso per rafforzare i rapporti con l'Islam e parlare del futuro dei cristiani nel paese, riprende la valigia e i viaggi internazionali. All'Angelus di oggi ha annunciato che il 12 settembre sarà a Budapest per il Congresso eucaristico internazionale e nei giorni successivi sarà a Bratislava, in Slovacchia dove andrà anche a Presov, Kosice, e Sastin. Il programma è in via di definizione ma a grandi linee lo aveva anticipato tornando da Bagdad sull'aereo che lo riportava a Roma. 

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L'INCONTRO - Sotto i riflettori, accanto alla Congresso eucaristico internazionale, in Ungheria ci sarà l'incontro con il premier Viktor Orban. Poco tempo fa in una intervista ad un settimanale croato lo stesso Orban aveva confermato che sarebbe stato programmato un colloquio protocollare smentendo così diverse notizie circolate sul fatto che il Papa aveva espresso il desiderio di evitare un colloquio. «Anche il Papa non è immune alle fake news. Come capo di stato, ha diritto al massimo rispetto, mentre se viene nel nostro paese come capo della Chiesa cattolica, lo riceveremo con umiltà cristiana. Il Congresso Eucaristico non è un evento ungherese, ma internazionale ospitato dall'Ungheria, al quale parteciperà anche il Papa», ha spiegato Orban reduce da un documento comune con altri leader europei di destra, molto critico nei confronti dell'Europa.

Facendo riferimento alle distanze sull'approccio relativo ai migranti tra la Chiesa e il governo ungherese, Orban ha spiegato che la sua sua «posizione filosofica è che la migrazione è una brutta cosa in termini ontologici. È un male se non si può rimanere a vivere nel proprio paese, se non si può trovare lì la propria felicità e vocazione personale, e se, per qualsiasi motivo, si è costretti a lasciare quel territorio.

A volte succede che qualcuno è costretto a lasciare il proprio paese perché altrimenti verrebbe ucciso, schiavizzato, imprigionato o morirebbe di fame. Queste ragioni sono molto possibili. Ma anche quando qualcuno lascia la sua casa in tali circostanze, l'obiettivo è che ritorni più tardi».

LE POSIZIONI - Per Orban tanti problemi relativi all'immigrazione si risolverebbero se si aiutassero i migranti a tornare. Questa è la posizione che rappresenta all'Unione Europea. «Credo che questa posizione possa essere difesa anche in senso cristiano». E i fili spinati: è stato chiesto a Orban. «Quando decine di migliaia di uomini, per lo più giovani e in ottime condizioni fisiche, si presentano al confine ungherese, lo attraversano in colonna e ci calpestano se cerchiamo di fermarli, non possiamo più parlare di migrazione, ma di una violazione della sovranità dello Stato. Questo deve essere fermato. Nessuno può entrare nel territorio del tuo paese se prima non gli dai il permesso, e chi lo fa senza tale permesso deve essere respinto».

All'Angelus il Papa oggi ha parlato anche dei rischi che emergono quando l'approccio tra le persone resta solo superficiale. «È un rischio che corriamo tutti: pensiamo di sapere tanto di una persona, la etichettiamo e la rinchiudiamo nei nostri pregiudizi. Allo stesso modo, i compaesani di Gesù lo conoscono da trent’anni e pensano di sapere tutto; in realtà, non si sono mai accorti di chi è veramente. Si fermano all’esteriorità e rifiutano la novità di Gesù».


Ultimo aggiornamento: Domenica 4 Luglio 2021, 16:50
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