Vaticano, il Sinodo di ottobre non escluderà gay e fedeli Lgbt (assicura il vescovo vicepresidente Cei)

Vaticano, il Sinodo di ottobre non escluderà gay e fedeli Lgbt (assicura il vescovo vicepresidente Cei)

di Franca Giansoldati

Città del Vaticano – Il Sinodo che si aprirà ad ottobre in Vaticano e che verrà declinato in un cammino nazionale da ogni conferenza episcopale, anche in Italia non escluderà i gay e il popolo Lgbt. «I gruppi saranno aperti a tutti, non si chiudono le porte a nessuno». Monsignor Erio Castellucci, vicepresidente della Cei, conferma il carattere aperto delle consultazioni preparatorie da strutturare secondo gli indirizzi dettati dal pontefice partendo dell'ascolto dei fedeli, dall'accoglienza, dalla capacità di non essere autoreferenziali. 

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Il Sinodo di ottobre non escluderà gay e fedeli Lgbt

«E' molto probabile, anzi è auspicabile, che in tutti i gruppi ci siano varie componenti anche di persone che per vari motivi non si sentono parte attiva della comunità, anzi si sentono fuori: poveri, persone emarginate, donne, giovani». «Non si parte con dei gruppi targati ma aperti a tutti, poi dipenderà dall'ambiente o da chi vorrà aderire, la configurazione dei gruppi sarà decisa caso per caso, ma non si chiudono le porte a nessuno», ha detto il vescovo.

Il programma

Il Sinodo indetto dal Papa sulla sinodalità si aprirà il 9 e 10 ottobre a Roma e il 17 ottobre nelle varie diocesi del mondo. Il primo anno «sarà di ascolto a 360 gradi, secondo le 10 tracce preparate dal Sinodo generale.

Da novembre a marzo si tratterà di convogliare il più possibile le persone, non solo quelle che partecipano assiduamente alla vita della comunità», ha spiegato ancora il vicepresidente della Cei. 

Le parole

«Gli operatori pastorali saranno il punto di riferimento per gruppi sinodali nelle case, negli ambienti di cura, negli ospedali, nelle carceri, nelle caserme. Nell'aprile del 2022 ogni diocesi raccoglierà il materiale in una sintesi da presentare alla Cei, che a sua volta presenterà una sintesi al Sinodo generale. Su questa base, nell'assemblea della Cei del 2022 si dovranno scegliere alcune priorità per la Chiesa in Italia, come ha chiesto il Papa a Firenze. Anche il 2022-2023 sarà un anno di ascolto e la Chiesa si confronterà sulle tre o quattro priorità scelte sulla base della consultazione del primo anno.

Nell'anno pastorale 2023-204 partirà la seconda fase di lettura e di approfondimento del materiale raccolto, per individuare quali proposte creative emergeranno. Il 2025 sarà infine l'anno della terza fase che culminerà con una grande convocazione nazionale in forma partecipativa e orientativa. 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Febbraio 2023, 18:11
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