Città del Vaticano – Se il Vaticano tace su quanto sta accadendo in Polonia dopo la decisione della Corte Costituzionale di vietare totalmente l'aborto, i vescovi polacchi in una nota rispondono alle migliaia di manifestanti che in tutto il paese ieri hanno impedito lo svolgimento di tante messe a causa di violenti proteste a sostegno del diritto di abortire. Tutto è iniziato il 22 ottobre, quando la Corte costituzionale polacca ha dichiarato che l'aborto eugenetico non è compatibile con la Costituzione.
Ieri si sono verificati diversi atti di violenza e intolleranza davanti alle chiese, costringendo la polizia ad intervenire per proteggere i luoghi di culto. Non si era mai vista una cosa del genere nella patria di Wojtyla.
Stamattina il presidente dell'episcopato polacco ha espresso tutta la sua preoccupazione. L'arcivescovo Stanisław Gądecki ha esortato i polacchi ad esprimere le proprie opinioni «in modo socialmente accettabile, nel rispetto della dignità di ogni essere umano».
Gadecki ha anche ricordato che la posizione della Chiesa sul diritto alla vita è immutata e pubblicamente nota. Ha citato l'enciclica Evangelium Vitae di San Giovanni Paolo II, sottolineando che «la decisione deliberata di privare un essere umano innocente della sua vita è sempre moralmente malvagia e non può mai essere lecita né come fine in sé né come mezzo per raggiungere un buon fine».
I vescovi hanno fatto notare ai manifestanti che non è la Chiesa che fa le leggi in Polonia e non spetta ai vescovi decidere sulla conformità o meno della legislazione polacca.
«Ogni essere umano deve essere protetto dal concepimento fino alla morte naturale. Su questo punto la Chiesa, come dice spesso papa Francesco, non può scendere a compromessi, perché sarebbe colpevole della cultura del rifiuto, oggi così diffusa, che colpisce sempre i più bisognosi e vulnerabili».
Ultimo aggiornamento: Martedì 27 Ottobre 2020, 19:48
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