Germania, dopo il coming out di massa dei dipendenti gay nelle diocesi si chiede la riforma del diritto del lavoro

Germania, dopo il coming out di massa dei dipendenti gay nelle diocesi si chiede la riforma del diritto del lavoro

di Franca Giansoldati

Città del Vaticano – Il coming-out fatto la scorsa settimana da un centinaio di dipendenti gay delle diocesi in Germania (tra cui anche alcuni sacerdoti) per chiedere alla Chiesa e al Vaticano meno discriminazioni, si è trasformato in una valanga non più arginabile. Con effetti anche politici. In questi giorni sono aumentate le richieste di una riforma del diritto del lavoro all'interno delle strutture diocesane, visto che per la Chiesa i dipendenti omosessuali potrebbero essere licenziati. Con una mossa spontanea e collettiva è partita l'iniziativa di undici vicari generali (i prelati che all'interno di una diocesi seguono l'amministrazione) per domandare la cancellazione immediata di tutte le potenziali sanzioni per i dipendenti gay. Richieste che hanno sottoscritto in una lettera indirizzata al presidente della Conferenza Episcopale tedesca, monsignor Georg Baetzing.

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Nella lettera i vicari generali hanno chiesto di «apportare a breve un cambiamento significativo nel diritto del lavoro e di rinunciare a tutti i riferimenti alla vita personale attualmente in vigore». Il portavoce della Conferenza episcopale, Matthias Kopp, ha confermato alla agenzia tedesca KNA che la lettera è stata ricevuta. «Il processo di cambiamento dell'ordine di base continua, come ha annunciato il vescovo Baetzing».

Nel frattempo, le diocesi di Osnabrueck e Essen hanno annunciato che l'orientamento sessuale o lo stato civile dei loro dipendenti (se sposati o divorziati) non sarà più motivo di licenziamento.

La settimana scorsa, il vescovo di Wuerzburg, Franz Jung, è stato il primo ad intervenire.

Nel frattempo il coming out, #OutInChurch, ha innescato un dibattito in tutta la Germania e marcato il processo sinodale in corso. Da due anni la Chiesa tedesca ha aperto una consultazione dal basso e tra gli stessi vescovi per riflettere liberamente su alcuni aspetti della vita ecclesiale che andrebbero rivisti, compreso settori finora considerati tabù, per esempio il celibato sacerdotale, l'ordinazione delle donne, l'intercomunione con i luterani. 

Ad accrescere le tensioni e i dibattiti in questo periodo c'è anche il grande tema degli abusi, dopo la pubblicazione del rapporto sulla pedofilia nella diocesi di Monaco che ha tirato in ballo anche negligenze passate compiute dall'allora cardinale Ratzinger su un caso in particolare. Anche se Benedetto XVI ha replicato con una lettera nella quale, oltre a scusarsi, ha spiegato il ruolo che ebbe nel 1982, diversi vescovi non hanno lesinato critiche nei suoi confronti.


Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Febbraio 2022, 17:32
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