PERUGIA - Salsabila non ci sta. E dopo aver trovato il coraggio di denunciare il marito per le botte subite per anni con tanto di obbligo di indossare il velo, nella giornata contro la violenza sulle donne inizia la sua battaglia anche al sostituto procuratore che ha chiesto l'archiviazione della sua denuncia.
La donna di 33 anni, originaria del Marocco, che ha denunciato il marito per maltrattamenti, per quelle violenze psicologiche e fisiche subite nel corso del matrimonio iniziato nel 2014, si è infatti trovata a dover combattere contro quella frase con cui il sostituto procuratore Franco Bettini ha asfaltato la sua richiesta di giustizia: «La condotta di costringerla a tenere il velo integrale rientra nel quadro culturale, pur non condivisibile in ottica occidentale, dei soggetti interessati». Una frase arrivata addirittura in Parlamento, con interrogazioni al ministro della Giustizia e interventi politici da Forza Italia ai Cinquestelle fino a FdI. Con il procuratore capo Raffaele Cantone costretto a intervenire e a chiedere chiarimenti al suo sostituto: «Imporre il velo non può essere giusto nel nostro Paese che ha proprie regole - ha commentato -. Che non sono certamente quelle della tradizione islamica»
Ma intanto Salsabila, da una residenza protetta e dopo aver lasciato i suoi tre figli in Marocco, attraverso il suo legale, l'avvocato Gennaro De Falco, ha presentato ieri opposizione all'archiviazione, ricordando le botte anche «subito dopo il parto», con le percosse ricevute che l'hanno pure fatto svenire.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 26 Novembre 2021, 09:53
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