La variante brasiliana piega Perugia: «In ospedale ci siamo accorti che i guariti si ricontagiavano»

La variante brasiliana piega Perugia: «In ospedale i guariti si ricontagiavano»

di Luca Benedetti e Italo Carmignani

Ormai è quasi certo: la variante brasiliana, quella mutazione del Covid che ha messo in ginocchio prima una città, Perugia, e poi 64 comuni in tutta l'Umbria, costringendo tutti alla zona rossa, si è insinuata in un reparto bianco dell'ospedale. In una borsa, oppure in una tuta, o tramite il contagio classico di un colpo di tosse. L'ospedale è quello perugino, il più grande del centro Italia tra Roma e Firenze, il portatore è qualcuno che assisteva un paziente in un reparto non Covid, detto appunto bianco.
La teoria è confermata. Gli effetti ancora da studiare. Spiega il direttore generale della sanità umbra Claudio Dario: «Questi cluster impattano di più nei reparti non Covid, ecco perché l'ospedale di Perugia si trova sotto pressione». È questo uno dei motivi per cui da oggi 675mila umbri sono in zona rossa: tutta la provincia di Perugia e sei comuni del Ternano. Un cluster impressionante, diventato la bomba che ha piegato più di mezza regione. Con tutti gli ospedali in affanno: solo ieri altri 26 ricoveri in più che fanno arrivare a 484 i posti letto Covid occupati. Non va meglio nelle terapie intensive, in 24 ore altri tre ricoveri fino a salire a 73. Un passo dal limite massimo.

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PERCHÉ IN CORSIA
La scienza, per quanto possibile, è ancora più precisa. Sostiene Antonella Mencacci, responsabile del laboratorio di Microbiologia dell'ospedale di Perugia: «Perché proprio in corsia? Presto detto: siccome l'inglese colpisce classicamente i più giovani, che statisticamente frequentano meno l'ospedale, circola più nel territorio e non ha causato cluster ospedalieri. La brasiliana, invece, colpisce tutti, è molto diffusa e se il paziente entra in ospedale col virus in incubazione, l'infezione si scopre dopo 3-4 giorni dal ricovero in un reparto bianco».

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I BAMBINI
La brasiliana colpisce in ospedale, la variante inglese i bambini. Da zero a tredici anni è la fascia di età con i picchi di tamponi positivi. E ci sono stati casi di scuole chiuse dalla sera alla mattina per la crescita dei contagi. In centro, a Perugia, quartiere di Borgo XX Giugno, il virus ha corso non solo nelle classi delle materne e dell'elementare, ma anche sullo scuolabus. Tutto chiuso una settimana prima che arrivasse lo stop del sindaco Andrea Romizi per tutta la città. Ecco perché la presidente della Regione, Donatella Tesei, con la zona rossa ha bloccato anche i nidi e le materne. Per tutte le altre scuole c'è solo la dad.
C'è una bambina che ha disegnato la mappa del virus nella sua classe delle elementari. La storia la racconta Francesco Giacopetti, il papà: «Mia figlia ha disegnato la piantina della classe con i posti occupati dai bimbi risultati positivi: si è salvato chi era vicino alla finestra».
Due varianti, una miscela micidiale. «L'Umbria - spiega la governatrice - è stata colpita simultaneamente da due varianti del virus.

Per questo abbiamo adottato queste misure. Possono essere impopolari, ma servono per tutelare tutti gli umbri».


I RICONTAGIATI
È dall'Epifania che l'Umbria ha visto, in provincia di Perugia, la pandemia sfuggire di mano perché variante inglese e brasiliana si sono mosse contemporaneamente. A Neurochirurgia due infermieri si sono ricontagiati e da lì è nato il sospetto delle varianti. In mezzo 220 operatori che avevano iniziato la profilassi del vaccino che sono risultati positivi. Un altro campanello d'allarme. Nella Perugia silenziosa e sbarrata, sotto la pioggia non è mancata l'ennesima trasgressione: i vigili urbani hanno multato o tre ragazzi che alle 4 del mattino hanno violato il coprifuoco. Irriducibili, come l'incoscienza, prima complice del virus.


Ultimo aggiornamento: Martedì 9 Febbraio 2021, 08:05
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