La variante indiana fa paura, trenta nuovi casi. Per batterla però c'è una strategia

La variante indiana fa paura, trenta nuovi casi, per batterla però c'è una strategia

di Fabio Nucci

PERUGIA Sono oltre trenta i casi di variante indiana individuati nella regione dove, grazie alla sorveglianza, tutti i cluster sono tenuti sotto controllo. Compreso quello di Norcia le cui positività potrebbero non sarebbero riconducibili alle varianti inglese o brasiliana. «Il monitoraggio stretto a livello territoriale – osserva l’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto – sta dando i suoi risultati». Nessun allarme particolare, quindi, ma il segnale che la guardia resta alta. A tenere sotto controllo il virus la campagna vaccinale che va avanti a pieno regime: superate le 11mila dosi giornaliere.


Aspettando l’esito dei campioni inviati a sequenziare nei giorni scorsi, a fare il punto della situazione rispetto alla variante ex-indiana è la professoressa Antonella Mencacci, responsabile del laboratorio di riferimento regionale del Santa Maria della Misericordia. «Dagli ultimi quattro invii effettuati sono stati sequenziati 20 ceppi, pazienti che avevano sicuramente contratto la variante delta. Il contact tracing effettuato dalla Usl Umbria 1 (i primi cluster sono comparsi nel distretto tifernate, ndr) ha inoltre evidenziato che in questi focolai erano coinvolti altri 11 pazienti». Contatti stretti dei precedenti che pur senza il responso del sequenziamento si può dire abbiano contratto lo stesso virus mutato. «A questi 31 casi accertati abbiamo stimato, essendo la variante comparsa anche nel ternano, che nella Usl Umbria 2 potessero esserci altri 4 o 5 casi di variante delta». Una mutazione che si stima sia sei volte più contagiosa di quella inglese. «Una variante, quest’ultima che ormai non è più tale visto che è diventata il ceppo dominante», aggiunge la professoressa Mencacci. Quanto al doppio cluster di Norcia (saliti a 25 i casi settimanali) l’analisi dei tamponi eseguita al laboratorio di Città di Castello ha evidenziato che non si trattava delle due varianti conosciute. «Il pre-test dice che appartengono a un’altra variante.

tutto è stato comunque inviato a sequenziare». Il laboratorio di Microbiologia dell’ospedale di Perugia, di riferimento regionale, fa infatti parte della rete di monitoraggio che Iss e Ministero hanno sviluppato nei giorni scorsi proprio per tenere sotto controllo la diffusione delle varianti.


A proposito, la curva epidemica resta sotto controllo con 9 nuovi casi certificati ieri a fronte di 1.524 tamponi processati con test molecolari, con un’incidenza dello 0,60%. «Questo a conferma dell’adeguata azione di tracciamento dei casi in tutto il territorio regionale», spiega Coletto. «Il monitoraggio stretto a livello territoriale sta dando i suoi risultati: il contact tracing è fondamentale perché ci permette di individuare subito l’insorgenza di cluster e di isolarli circoscrivendo il contagio». Un andamento confermato dal report settimanale del Nucleo epidemiologico che stima Rt a 0,73, indica ricoveri ordinari (19) e critici (2) in calo così come i decessi con un solo caso (a Perugia) nell’ultima settimana. Si conferma anche la stabilizzazione del tasso di incidenza regionale (11 casi per 100mila abitanti) con tendenza alla riduzione in tutti i distretti eccetto la Valnerina. Trend coerente con l’incidenza per classe di età, con lievi risalite per over 90, neonati e fascia 11-13.


Intanto, prosegue la campagna vaccinale e mercoledì con 11.138 dosi si è superato il record del 7 maggio (10.129). Ieri in mezza giornata altre 4.800 iniezioni, con la profilassi al top per i quarantenni, allo sprint iniziale per i trentenni, mentre tra i settantenni si sta accelerando coi richiami: per tale fascia l’immunizzazione è al 28%. Quanto ai sessantenni, la copertura per le prime dosi è al 70% ma da oggi – a Perugia - tali assistiti potranno vaccinarsi nelle farmacie Afas col farmaco monodose Janssen.


 


Ultimo aggiornamento: Venerdì 25 Giugno 2021, 09:15
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