L'epidemiologo: «Contagi, perché ora il problema sono i ragazzi»

L'epidemiologo: «Contagi, perché ora il problema sono i ragazzi»

di Fabio Nucci

PERUGIA Una fase del contagio favorevole e una campagna vaccinale in corso descrivono una situazione epidemiologica tranquilla. L’ideale per mettere a punto alcuni aggiustamenti per individuare le nuove varianti, ma anche per scovare e convincere coloro che per vari motivi non si sono ancora vaccinati. Lo evidenzia Fabrizio Stracci, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva all’Università degli studi di Perugia che mette in guardia sul rischio di una ripresa del contagio tra i giovani indicando la strada per evitare ritorni al passato, tenendo sotto controllo reinfezioni e contagi tra i vaccinati, ma anche aumentando la capacità di sequenziamento e individuazione diagnostica delle varianti note.
Professor Stracci, come valuta l’attuale fase epidemiologica?
«La situazione è abbastanza chiara. Gli indicatori presentano un andamento favorevole e l'impegno delle strutture sanitarie è ridotto. I vaccini hanno cambiato il quadro della situazione soprattutto per la protezione conferita alle persone a rischio di malattia severa».
C’è un rischio di ritorno del virus?
«Allo stato attuale una ripresa epidemica con impatto sanitario importante è condizionata alla comparsa di varianti in grado di sfuggire alla memoria immunitaria delle persone che hanno in passato contratto l'infezione e alla copertura vaccinale, quindi un pericolo solo potenziale anche se non trascurabile. Vi sono alcuni elementi tuttavia che andrebbero considerati».
Quali?
«La comparsa di varianti con capacità di trasmissione sempre più elevata rende difficile un livello di copertura corrispondente all'immunità di gregge, posto che questa sia possibile, quindi si prospetta una circolazione protratta di SARS CoV 2 e la possibilità di riprese epidemiche con circolazione prevalente tra i giovani».
A differenza della scorsa estate, però, c’è il vaccino.
«La copertura delle persone a rischio di malattia severa è elevata ma non completa e la quota residua di non vaccinati è più difficile da raggiungere: persone contrarie, persone indecise, persone che attendono anche in considerazione della favorevole situazione attuale. Sebbene il quadro epidemiologico sia favorevole, grazie alla efficacia dei vaccini, ci sono alcune azioni che andrebbero messe in atto per ridurre ulteriormente l'impatto di un’eventuale ripresa epidemica».
Cosa suggerisce?
«Di partire dall’analisi dei determinanti della mancata vaccinazione nelle classi d'età avanzate e nei soggetti fragili, ad esempio. Occorrerebbe quindi introdurre misure mirate per ridurre ulteriormente la quota di soggetti a rischio non vaccinati per individuare tempestivamente varianti con caratteristiche pericolose».
C’è anche il fenomeno reinfezioni e contagi nei vaccinati da affrontare.
«Serve un monitoraggio attento in tale direzione, con potenziamento delle capacità di sequenziamento e dell’individuazione diagnostica delle varianti note. Ritengo utile, inoltre, un miglioramento dei sistemi di registrazione dei dati e della qualità del dato epidemiologico. Per prevenire la diffusione epidemica, infine, andrebbero rivisti i protocolli in ambiente sanitario e il sistema di contact tracing».


 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Luglio 2021, 08:59
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