Vaccini e protezione civile, i volontari:«Senza copertura ci fermiamo»

Vaccini e protezione civile, i volontari:«Senza copertura ci fermiamo»

di Luca Benedetti

PERUGIA - Il vaccino che arriva con il contagocce apre il fronte della copertura dei volontari della Protezione Civile impegnati nel supporto, per esempio, dei punti vaccinali. C’è una recente lettera di Sandro Busatti (foto), presidente della Consulta Regionale del Volontariato di Protezione Civile, spedita in Regione e che gira tra le varie associazioni regionali, che apre il fronte del fatto che i volontari non vengono vaccinati. E Busatti torna alla carica dopo una lettera inviata, sempre in Regione, i primi di marzo.
«Facendo seguito-scrive tra l’altro il presidente della Consulta- alla precedente nostra missiva del 5 Marzo u.s. di pari oggetto, avendo recentemente appreso della ferma volontà di codesta amministrazione regionale di non dare
seguito alla vaccinazione dei volontari di Protezione Civile in tempi congrui con l’impegno al quale gli stessi volontari sono stati chiamati a supportare le attività relative alla pandemia in corso, è nostro dovere sconsigliare i presidenti/coordinatori delle associazioni/gruppi comunali ad attivare i propri volontari per svolgere i compiti istituzionali assegnati dalle autorità...». Cioè rischia di fermarsi il mondo della protezione Civile che è di supporto al sistema sanitario nell’operazione vaccini.
Situazione paradossale se si mettono in fila le ultime raccomandazioni arrivate dal Dipartimento della Protezione Civile. Una direttamente dal Capo Dipartimento, Fabrizio Curcio
Per esempio in una missiva arrivata alla Regioni il 16 aprile si danno le indicazioni per la vaccinazione anti Covid-19 al personale volontario in servizio presso i centri vaccinali regionali.
Il 12 aprile, invece, errano arrivate ad Anci e Direzione di Protezione Civile di Regioni e Province autonome, le indicazioni di Curcio sull’utilizzo del volontariato organizzato di protezione civile per la campagna vaccinale.
Per esempio i volontari di protezione civile possono essere utilizzati per l’individuazione delle strutture necessarie per la vaccinazione. Possono dare supporto logistico per l’allestimento degli spazi, ma il volontariato organizzato di protezione civile può essere utilizzato anche per le informazioni alla popolazione lì dove è difficile arrivare con i tradizionali sistemi m anche con i canali più moderni. I volontari possono sia trasportare i fragili nei punti vaccinali, sia supportare negli spostamenti, se ce ne fosse la necessità, le squadre vaccinali per raggiungere le persone da vaccinare che non possono muoversi da casa. Eppoi, come già avviene per esempio nei punti vaccinali umbri, possono dare il supporto per regolale gli afflussi e dare informazioni nei vari punti vaccinali.
Se il coordinamento, come è spiegato nelle circolare Curcio, spetta alle Regioni, l’attivazione può esser chiesta, per le funzioni specificate, dal sindaco che attiverà i gruppi di volontari di protezione civile comunali.
Un quadro di impiego importante che, però, nel caso dell’Umbria, si scontra con la lettera inviata nei giorni scorsi dal presidente della Consulta Regionale del Volontariato di Protezione Civile per la vicenda legata all’inoculazione dei vaccini.

Il fatto che l’Umbria, per esempio abbia dovuto sospendere le prenotazioni dei caregiver dei soggetti fragili, dimostra quanto sia delicata la partita dei rifornimenti di vaccini e di chi, dopo l’intervento di Draghi che ha ribalto il sistema di somministrazione basato sulle categorie, possa essere vaccinato anche in base all’impegno di supporto diretto o indiretto alla campagna di vaccinazione.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 19 Aprile 2021, 13:49
© RIPRODUZIONE RISERVATA