SPOLETO - Un Ironman con papà Delio. A lui Paolo Rosati, l'autore dell'impresa, ha rivolto il pensiero indirizzando le dita al cielo di Klagenfurt (Austria). «Una volta mi disse 'se ti piace, provaci'» racconta il nuovo uomo di ferro spoletino che quel traguardo, così, l'ha voluto a tutti i costi. Appena due mesi fa, infatti, il suo sogno sembrava essersi spezzato, costretto sul letto di un ospedale da una brutta caduta in bici che gli aveva causato la frattura di cinque costole. La motivazione, però, l'ha spinto a rialzarsi in un battibaleno. Subito in acqua e poi su strada per allenarsi fino a completare una delle gare più dure al mondo che mette in fila 3,8 km di nuoto, 180 km di bicicletta e 42 km di corsa. In totale 12 ore 7' e 41” (1ora e 5' a nuoto, 5 ore e 45' in bici, 4 ore e 35' di corsa) di fatica continua, un tempo utile a finire nella prima metà della classifica generale, 509esimo su 1200 partenti, 48esimo tra i 105 atleti italiani al via. LE EMOZIONI «Il primo pensiero è andato a mio padre. - il racconto di Paolo – E' stato sempre un riferimento sportivo per me, me ne ha insegnato i valori, la partecipazione, l'idea di superare i propri limiti. E poi ho pensato che ce l'avevo fatta, è stata solo la mai quarta gara di triathlon». Rosati ha completato un Ironman senza averne mai provato uno, neanche in allenamento.
Ultimo aggiornamento: Sabato 25 Settembre 2021, 13:07
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