Zone rosse Umbria, allarme ospedali: 500 ricoverati (+16 in 24 ore). Perugia: «Noi indietro di un anno»

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Covid, in Umbria la variante brasiliana non si ferma: sono 500 le persone ricoverate negli ospedali, con più posti occupati anche nelle terapie intensiveAncora in crescita i ricoverati di Covid in Umbria, dunque, a oggi 500, 16 in più di ieri, 77 dei quali (+4) in terapia intensiva. Emerge dai dati sul sito della Regione. I nuovi positivi registrati sono stati 190, i guariti 66 e i morti sei (840 in totale). Con gli attualmente positivi a quota 6.902, più 118. I tamponi analizzati sono stati 754 e i test antigenici 1.390. Con un tasso di positività del 25,1 per cento sui molecolari e dell'8,86 totale.

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Tesei: «Intervento duro, ma per evitare diffusione virus»

«Un intervento duro, doloroso ma importante per evitare la diffusione del virus che è stato registrato da noi con la presenza nelle sue varianti, brasiliana ed inglese»: lo ribadito la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei parlando dell'istituzione della zona rossa in provincia di Perugia e in sei comuni di quella di Terni. Lo ha fatto ai microfoni di TgCom24.

«Si tratta - ha detto ancora Tesei - di un'ordinanza sanitaria e utilizzata seguendo il principio della massima precauzione, su indicazione specifica della sanità regionale che si è confrontata a lungo con l'Istituto superiore di sanità. La presenza delle due varianti ci ha portato naturalmente ad utilizzare il sistema della zona rossa per la provincia di Perugia e per alcuni comuni del Ternano».

Perugia: siamo tornati indietro di un anno

«Siamo tornati indietro di un anno e non è certo una bella cosa»: a dirlo all'ANSA sono alcuni cittadini e commercianti del centro storico di Perugia che, da oggi, è di nuovo in «zona rossa», come l'intera provincia e sei comuni del ternano, per fronteggiare l'emergenza Covid e le sue varianti. «Ci viene richiesto un nuovo grande sacrificio, dopo tutti quelli che abbiamo già fatto, speriamo che adesso serva davvero a qualcosa», racconta una signora rallentando il passo spedito con cui, assieme a un'amica, sta camminando in tenuta da ginnastica. «Ô sempre più dura, con la zona rossa il centro è vuoto», dice una giovane barista da dietro il bancone di uno dei pochi locali che hanno deciso di restare aperti in corso Vannucci. «Ô un momento molto complicato, probabilmente sono stati fatti degli errori in questi mesi, sia da parte di chi doveva controllare che da chi doveva essere controllato», spiega un venditore di panini all'ombra del tribunale perugino.

E sottolinea: «Visti i contagi il provvedimento è da ritenere giusto». Chi garantisce sulla disciplina dei perugini nell'indossare mascherine e altri dispositivi di protezione è uno dei due edicolanti presenti sulla via principale del capoluogo umbro. «Tutti quelli che vedo passare davanti a me - afferma - indossano correttamente la mascherina e sono molto attenti a seguire le regole». Mentre alla domanda se la «zona rossa» incida sulla vendita dei giornali spiega che «al momento è presto per dirlo». Quando è metà mattina di gente in giro per il salotto buono di Perugia ce ne è davvero poca. Tra loro alcuni operai impegnati in un paio di cantieri, gli operatori della nettezza urbana e alcune mamme a spingere passeggini. Qualche anziano si ferma a leggere le locandine dei quotidiani locali che ricordano l'entrata in vigore delle nuove restrizioni. «La gente è tornata ad essere spaventata», dice un altro commerciante che non perde occasione per raccontare le difficoltà che sta vivendo con le sue attività. E il discorso scivola sulla politica e sulle consultazioni in corso del presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi: «Abbiamo bisogno di aiuti e certezze per il futuro delle nostre aziende».

 
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Febbraio 2023, 20:19
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