L'inchiesta/1 Tumori, più casi ma si muore meno
I dati del Registro Umbro

L'inchiesta/1 Tumori, più casi ma si muore meno I dati del Registro Umbro

di Aurora Provantini
Cinquecentosettantasette morti per tumore ogni anno a Terni e 1153 nuovi casi. I dati si riferiscono agli anni 2011-2015 e sono leggermente superiori alla media regionale. A Terni si muore soprattutto per cancro del polmone con 154 casi di mortalità l'anno. Come seconda causa c'è il tumore del colon retto con 84 casi, a seguire il cancro dello stomaco, e infine la neoplasia della mammella. Se si mettono a confronto i numeri con i vari Comuni, si nota che l'incidenza per 100 mila abitanti cambia a seconda delle zone. A Terni il cancro del polmone colpisce più che a Perugia sia nelle donne che negli uomini e anche il melanoma cutaneo è presente in misura maggiore del 16%. La fascia d'età più colpita è quella tra i 60 e gli 85 anni. Sono i dati del Registro Tumori, forniti dalla sezione di Sanità Pubblica dell'Università di Perugia responsabile scientifico del Registro Tumori Umbro è Fabrizio Stracci, docente di Sanità Pubblica.
Sono oltre settemila ogni anno i nuovi casi di tumore in Umbria. E sono circa tremila le morti per cancro: esattamente 3.020, secondo la media del decennio 2007-2016. I dati descrivono una regione in cui ci si ammala soprattutto di cancro del colon retto con 806 casi ogni anno (12,4%). A seguire c'è il tumore della mammella con 682 nuove diagnosi (10,5%), poi il cancro della prostata (598). Al quarto posto si colloca il cancro del polmone con 568 casi (8,7%) e al quinto quello dello stomaco con 366 nuovi ammalati ogni anno (5,6%). La classifica cambia se si guardano quei dati al maschile: primo è il tumore della prostata (598 casi l'anno, 16,6%), secondo il colon retto (446 casi, 12,4%), terzo bronchi e polmoni (433 casi, 12%). O al femminile: in pole position il cancro della mammella (675, 23,4%), seguito dal colon retto (359, 12,5%), e dallo stomaco (154, 5,3%). Ci si ammala di più ma si muore comunque di meno di tumore, e ad una età più avanzata, perché i trattamenti sono più efficaci e le diagnosi avvengono ad uno stadio meno avanzato grazie agli screening. L'Umbria è stata la prima regione in Italia ad attivare il Registro Tumori: istituito nel 1993 presso l'Osservatorio Epidemiologico della Regione dell'Umbria e dato in gestione all'Università degli Studi di Perugia. «I dati completi si fermano al 2016 dichiara Stracci - dato che l'interruzione della registrazione della mortalità a livello regionale non permette di completare i dati già raccolti relativi al 2017».
L'analisi. Da quando il Registro Tumori è attivo, il numero di anziani nella popolazione umbra è aumentato. «Poiché la frequenza di molti tumori maligni aumenta con l'età fa notare Stracci - l'invecchiamento della popolazione determina un aumento del numero di casi, a cui contribuisce lo sforzo di ricerca attiva per consentire la diagnosi precoce della malattia come avviene nello screening mammografico o nell'esame della cute per la diagnosi del melanoma. L'aumento del numero di casi determina un maggior carico per i servizi oncologici. Per mantenere l'elevato livello qualitativo delle cure è quindi necessario investire risorse e migliorare l'organizzazione mediante lo sviluppo della Rete Oncologica Regionale e la definizione di percorsi diagnostico-terapeutici». Per ridurre ulteriormente l'impatto dei tumori maligni sarebbe importante perseguire una riduzione del numero di persone che si ammalano, secondo Stracci. «Questo risultato può essere ottenuto mediante alcuni interventi già in atto nella nostra regione a livelli di eccellenza come lo screening per la prevenzione della cervice uterina o quello per la prevenzione del cancro del colon retto. Entrambi questi screening riducono il numero di malati di cancro grazie alla rimozione di lesioni pre-maligne. Altri interventi agiscono sulle cause dei tumori. Ad esempio la vaccinazione contro il virus Hpv e il trattamento delle infezioni da Hcv e da helicobacter pylori, l'eliminazione del fumo e la riduzione del consumo di alcol, l'aumento dell'attività fisica e la riduzione dell'eccesso ponderale. Questi interventi di prevenzione sono spesso sotto-utilizzati e andrebbero potenziati». Per quanto riguarda il rapporto con l'ambiente la presenza di fattori di rischio noti come elevati livelli di Pm 2,5 rispetto al cancro del polmone, indica l'opportunità di intervenire. Per quanto riguarda Terni, oltre ai dati pubblicati dal registro regionale, un quadro della situazione è tracciato nello studio Sentieri, basato in parte sugli stessi dati del registro tumori e sui dati di mortalità. Nell'area ternana, la coesistenza di fonti di inquinamento di origine industriale, del traffico veicolare e di alcune fonti legate al riscaldamento domestico in una conca con ridotto ricambio d'aria corrisponde ad un eccesso di inquinanti.

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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 29 Gennaio 2020, 09:41
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