Terni, saldi estivi: partenza al rallentatore

Terni, saldi estivi: partenza al rallentatore

di Aurora Provantini

TERNI - «Non saranno i saldi a salvarci». Il coro dei commercianti è unanime e non intona certo l’inno tricolore. Nasce, anzi, da un sentimento di sconforto e di rabbia. Più in collera di tutti sono quelli del centro: che spendono di più (per affitto e utenze), faticano di più (per rendere attraente la propria zona), puliscono di più (la strada). Gian Marco Buono, con il negozio in Corso Vecchio aperto dalla mamma nel 1977, una stagione così fiacca non l’aveva mai vista. «E’ presto per dire come andrà a finire, perché è appena iniziata (sabato 2 luglio è stato dato il via ufficiale, ndr) - dichiara - ma se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, non ci aspettiamo niente di buono». E’ di casa, in centro. Un commerciante di “razza”, che dialoga continuamente con gli altri esercenti e che sa cosa vuole il consumatore: «Articoli selezionati e “raccontati”». Spiega, in due parole, il valore del negozio di vicinato. «Ma non basta più. Da soli abbiamo sistemato la nostra via facendo di Corso Vecchio un salotto sicuro. Autotassandoci, abbiamo installato le telecamere di video sorveglianza, abbiamo acquistato le panchine e le fioriere che ci ha indicato l’ufficio decoro urbano del Comune di Terni, risolvendo il degrado che c’era prima. E poi abbiamo piantato l’ulivo e gli altri alberelli che innaffiamo quotidianamente». Buono è uno dei 12 commercianti che da piazza Corona fino alla chiesa di San Lorenzo, sono riusciti a cambiare immagine a Corso Vecchio. «Quando arriva un cliente, vogliamo che colga la passione che mettiamo nel nostro lavoro». Ci sono saldi, e ci si aspettava più movimento: «Ma chi la compra una borsa di pelle solo perché è a metà prezzo? Se gli stipendi sono fermi e i rincari avanzano, le famiglie non ce la fanno a spendere neanche a prezzi stracciati».
«La crisi c’è ed è evidente soprattutto in centro, che paradossalmente dovrebbe essere il cuore e l’anima del commercio cittadino» - Cristina Ciocchi, anche lei “di razza”, conferma le difficoltà a gestire un negozio dentro la Ztl. Ciocchi esce dal suo negozio e indica la strada: «Tutti i giorni così, tutti i santi giorni sporca e noi a raccogliere i bisogni dei cani, che se lasciati sull’asfalto puzzano da morire». Non aggiunge molto altro: «Lo abbiamo sempre evidenziato, alla fine quando ce ne andremo tutti, si capirà il valore che "avevano" i negozii di vicinato».
Tornando ai saldi, dichiara: «Non sono partiti e, temo, non partiranno.

Mi spiego. Sebbene di fatto siano iniziati a fine giugno, nessuno di noi ha riscontrato un aumento dei volumi di vendita». E sebbene per Confcommercio le famiglie ternane arriveranno a spendere fino a 170 euro (80 euro pro capite) per acquistare capi di abbigliamento e calzature a metà prezzo, i commercianti temono che le cose non andranno proprio come stima l’associazione di categoria. «Il caldo non c’entra – concordano i commercianti – il problema è un altro. E’ la diminuita capacità d'acquisto delle persone ed è questa città». Che per Cristina Ciocchi, non favorisce lo shopping: « Quando una città è bella, pulita, ordinata e sicura, la gente gira e spende, anche se meno rispetto al passato. Quando invece è come la nostra, diciamo “ingrigita”, è tutto più complicato». E neanche i saldi riusciranno a migliorare le cose.


Ultimo aggiornamento: Martedì 5 Luglio 2022, 08:21
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