Terni, muore a casa di un amico in centro: sotto accusa mix mortale di cocaina e metadone

Terni, muore a casa di un amico in centro: sotto accusa mix mortale di cocaina e metadone

di Nicoletta Gigli

TERNI - Sarebbe stato stroncato da un mix di metadone e cocaina a casa di un amico, nel cuore del centro storico.

Il decesso di Emanuele Mattioli, 43 anni, ternano è andato in scena a qualche ora di distanza da un malore legato all’assunzione di stupefacenti, che aveva imposto l’intervento del 118 e la somministrazione della terapia per contrastare gli effetti dell’overdose.

Il corpo senza vita dell’uomo è stato trovato nel pomeriggio di ieri in un appartamento di via degli Artieri, a due passi da piazza Clai.

A dare l’allarme l’amico e proprietario dell’abitazione dove si è verificata la tragedia.

All’arrivo dei sanitari del 118 però per lui non c’era più nulla da fare. Sul posto la squadra volante, la mobile e la polizia scientifica, al lavoro per ricostruire le circostanze del decesso, che sarebbe legato all’assunzione di un mix di cocaina e metadone.

Gli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore, Marco Stramaglia, sono andati a caccia di elementi fondamentali alle indagini e di conferme. L’hanno fatto con una serie di accurati rilievi nella casa di via degli Artieri ma anche sentendo l’amico della vittima. Che è stato portato in questura per essere ascoltato dalla polizia su alcune circostanze ancora tutte da chiarire.

Dai primi accertamenti emerge un particolare di non poco conto. Nella notte tra lunedì e ieri il 40enne si era sentito male, pare dopo aver assunto del metadone. Al punto che l’amico aveva chiesto aiuto. In quella circostanza era stato soccorso dal personale del 118, che l’aveva salvato grazie a un’iniezione di Narcan.

Nel pomeriggio di ieri un nuovo malore, che ha spinto l’amico che lo ospitava a chiamare i soccorsi, purtroppo vani. Delicatissimo il lavoro degli investigatori, che si ritrovano a fare i conti con un altro decesso nel quale il metadone torna di nuovo con prepotenza sul banco degli imputati.

Inevitabili l’autopsia e gli esami tossicologici, accertamenti fondamentali per confermare l’ipotesi investigativa del mix letale condito ancora una volta con la sostanza che i tossicodipendenti utilizzano per disintossicarsi.

Era successo il 19 dicembre con la morte di Mehdi Tabei, 44 anni, tunisino che viveva a Terni da tanti anni, stroncato da un malore a casa di un amico, nel quartiere San Giovanni.

A ucciderlo un mix di metadone e alcol. Quella sera Mehdi fu trovato senza vita a casa di un noto tossicodipendente in cura al Serd, che lo ospitava da qualche settimana.

Accanto al cadavere bottiglie vuote di birra e vino. Sarà l’amico a raccontare agli investigatori di aver lasciato incustodito il metadone che utilizzava per disintossicarsi e di essere uscito di casa lasciando solo Mehdi.

La gestione del metadone ceduto da un tossico che, a luglio 2020, uccise i due quindicenni ternani, Flavio e Gianluca, ha spinto le famiglie dei due adolescenti a chiedere all’Usl un risarcimento da 5 milioni di euro.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 1 Febbraio 2023, 09:39
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