TERNI Bar, ristoranti e pub da oggi chiudono alla 18. Di fatto i locali della movida non aprono proprio. «Qualcuno di noi inizia a lavorare alle 18,30 e per chiudere alle 18 dovrebbe mandare indietro le lancette dell’orologio di mezz’ora». «Ce l’aspettavamo – commenta Alessandro Piacenti (La Ramazzola di via Lanzi) – e credo che questa stretta sia figlia di un comportamento poco rispettoso delle regole anti Covid da parte dei giovani». «Nelle vie della movida passano ogni sera pattuglie della Polizia, dei Carabinieri e della Finanza, in più abbiamo la vigilanza privata, ma tutto questo non è bastato a fare indossare la mascherina agli avventori. Quando è stato imposto il coprifuoco alle 24 i ragazzi pretendevano di entrare comunque». «Dobbiamo parlare con i nostri dipendenti - spiega Piacenti - e capire se è meglio rimodulare gli orari o restare chiusi. I “ristori” annunciati da Conte in conferenza stampa, per tutti coloro che verranno colpiti da questo nuovo provvedimento, non si sa se e quando arriveranno. E comunque non sarà la stessa cosa». Se verrà confermata la cassa integrazione va tenuto conto che i lavoratori della ristorazione devono ancora percepire quella di luglio, agosto e settembre. Enrico Petrini, dell’ hamburgeria Madre Carne, ha inaugurato il 7 novembre 2019 e chiuso per decreto il 9 marzo 2020. “Siamo ripartiti lentamente il primo giugno, dopo 80 giorni di stop, investendo cifre importati nella sanificazione e nell’applicazione delle misure anti contagio. Ci era stato detto che il 60% delle spese sostenute ci sarebbero state restituite sotto forma di credito d’ imposta, invece abbiamo beneficiato solo del 12%. Abbiamo passato l’estate a lavorare duramente, tra alti e bassi. Da quando sono aumentati i contagi e il governo ha annunciato una stretta sulla ristorazione, i clienti non hanno più prenotato. Poi è arrivata la mazzata che ci impone di fatto di restare chiusi, con la perdita delle materie prime già acquistate per la prossima settimana”. «Non possiamo essere noi a pagare per l’inefficienza di un Governo a gestire la pandemia» - replica Petrini. «Saremo in tanti a non riaprire».
«Un ristorante non sopravvive con l’asporto».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 26 Ottobre 2020, 08:18
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