Scomparsa di Barbara Corvi: Per la Cassazione è "scarsamente verosimile che Lo Giudice abbia ucciso la moglie"

Scomparsa di Barbara Corvi: Per la Cassazione è "scarsamente verosimile che Lo Giudice abbia ucciso la moglie"

TERNI - "Il tribunale del riesame, diversamente da quanto lamentato dal ricorrente, riesamina uno ad uno gli elementi indiziari valorizzati dal gip nell'ordinanza, ivi compresi quelli acquisiti successivamente all'archiviazione disposta nel 2015 che hanno consentito la riapertura delle indagini, ricavandone la debolezza, intesa come incertezza dei fatti che danno luogo all'inferenza logica propria del procedimento di valutazione degli indizi. Ne deriva l'infondatezza delle censure del pm ternano anche con riguardo alla lamentata parcellizzazione degli elementi indiziari, che può essere certamente censurata quando, però, si sia acquisita la certezza dei fatti da cui inferire gli indizi. E anche con riguardo alla svalutazione del contributo dichiarativo dei tre collaboratori di giustizia, invece attentamente esaminato come imposto dalla tardività del narrato".  

La prima sezione della corte di Cassazione deposita le motivazioni della sentenza con cui ha rigettato il ricorso della procura di Terni contro l'annullamento, deciso dal tribunale del riesame di Perugia, dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere per Roberto Lo Giudice, accusato di aver ucciso la moglie Barbara Corvi, sparita nel nulla dalla sua abitazione di Montecampano di Amelia a ottobre 2009.  L'uomo era stato arrestato il 30 marzo e tornò libero il 22 aprile dopo la decisione dei giudici del capoluogo  umbro. Provvedimento poi impugnato dal procuratore, Alberto Liguori. 

La suprema corte, sposando la ricostruzione del Riesame, ritiene "scarsamente verosimile che l'indagato abbia ucciso la moglie prima delle ore 17.01, avendo ricevuto numerose e lunghe telefonate in cui peraltro appariva a detta degli interlocutori sereno; che, potendo essere successo il fatto fra le 17.01 e le 17.30, essendo risultato alle 17.38 l'indagato già in auto lontano da casa, Lo Giudice non avrebbe avuto il tempo di uccidere la moglie, ripulire la scena del crimine e occultare il cadavere, considerato che tra le 17.30 e le 18.30 incontrava almeno quattro persone e alle 18 entrava in un bar, apparendo in tal modo inverosimile sia che l'indagato abbia potuto uccidere la moglie in casa sia che lo abbia fatto in auto". 

Secondo l'inchiesta coordinata dalla procura e condotta dai carabinieri, Lo Giudice avrebbe ucciso la moglie Barbara, allora  trentacinquenne, il giorno stesso della scomparsa, per motivi di gelosia ed economici, occultandone poi il cadavere. Per la riapertura delle indagini furono decisive le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, ritenute inattendibili dal Riesame e ora dalla Cassazione: "Se è vero che le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia oltre il termine di centottanta giorni dalla manifestazione della volontà di collaborare sono utilizzabili nella fase delle indagini preliminari, in particolare ai fini dell'emissione delle misure cautelari personali e reali - si legge nella sentenza - è anche vero che il giudice, nella motivazione, deve svolgere una valutazione particolarmente penetrante circa l'attendibilità delle stesse, che non può essere limitata alla mera ricerca dei cosiddetti "riscontri esterni" alla propalazione".


Ultimo aggiornamento: Venerdì 7 Gennaio 2022, 13:15
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