Ricatti pedopornografici: chi rischia ad avere un profilo social

Ricatti pedopornografici: chi rischia ad avere un profilo social

di Egle Priolo

PERUGIA - Assalto ai profili social. Veri e propri tentativi di estorsione che passano per ciò che in questo momento storico riempie di più la vita di tutti noi. La storia del professionista perugino, che ha raccontato al Messaggero alla vigilia di Ferragosto di essere stato vittima di un furto del proprio profilo sui social network da parte di criminali informatici che prima hanno pubblicato contenuti pedopornografici a suo nome e poi hanno chiesto un riscatto per “ripulire” l'account e dunque la sua immagine social, non è purtroppo cosa isolata.

Anzi, soprattutto dall'arrivo dell'estate sarebbero stati a decine i perugini che hanno subito la stessa disavventura e che sono state improvvisamente espulse dai social essendo considerate persone pericolose in quanto estensori di contenuti con rilevanza penale. Situazioni particolarmente spinose e delicate, dal momento che spesso vengono scoperte da amici e contatti che ricevono messaggi o vedono post, e direttamente da chi è stato suo malgrado coinvolto si evince come siano almeno una trentina le persone che hanno presentato negli ultimi due mesi denuncia per il furto del profilo social agli agenti della polizia postale di Perugia, diretti da Michela Sambuchi.
LE TESTIMONIANZE
La storia raccontata dal professionista perugino su queste colonne ha insomma scoperchiato uno stato di cose che da qualche settimana si sta facendo sempre più temibile. E se da un lato c'è la condivisione di immagini e video a carattere perdopornografico, l'altro fronte di azione dei criminali informatici anche nei confronti delle vittime perugine e umbre è quello di propagandare clamorosi guadagni con il trading online. Che è attività assolutamente seria e certificata se fatta da chi se ne occupa per lavoro, ma che può diventare una truffa se “spacciata” sui social. Una truffa in cui persone magari meno avvezze all'utilizzo e ai rischi dei social potrebbero cadere proprio perché tratte in inganno dal messaggio o dal “tag” che arriva da persona conosciuta. Una truffa ben congegnata perché, secondo quanto si apprende, inizialmente la promessa di guadagni con un investimento tutto sommato minimo (circa 200 euro) nella maggior parte dei casi si avvera. Questo guadagno però altro non è che un’illusione, uno specchietto per l’allodola-vittima che purtroppo sta abboccando all’amo di gruppi criminali specializzati nella truffa online e nel furto di documenti e codici di conti correnti. Una volta conquistata la fiducia dopo i primi guadagni, infatti, la questione si fa più complessa in fatto non solo di cifre, con investimenti proposti sempre maggiori a fronte di guadagni sempre maggiori, ma anche di coinvolgimento. Al punto che la vittima (come un perugino che qualche tempo fa ha denunciato l'accaduto proprio su queste colonne) viene invitata a scaricare con una scusa uno dei vari programmi che permettono il controllo da remoto di un computer. Programmi assolutamente leciti e molto utilizzati a livello aziendale ma che, appunto, permettono di fatto a qualcun altro di entrare nel proprio computer e disporne nella sua interezza. Per fare questo c’è bisogno di codici, che l’abilità di truffatori presenta come codici per autorizzare trasferimenti di denaro e bonifici e che invece diventano la chiave d’accesso per entrare nel sistema e nel disco fisso della vittima.
A quel punto la frittata è fatta.

Con i sedicenti broker che guideranno la vittima a investire sempre di più prima di sparire o che riusciranno a entrare nel conto corrente della vittima, come in questo caso, e svuotarlo con la scusa invece di effettuare il bonifico dei soldi.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Agosto 2022, 08:09
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