“Allo stato delle indagini non si intravede un collegamento tra i due incendi, ma la coincidenza, sempre allo stato, è strana”. Il procuratore, Alberto Liguori, parla dei due paurosi roghi che, divampati a distanza di otto giorni l’uno dall’altro, hanno ridotto in cenere tonnellate di materiale.
Il 20 febbraio, a bruciare per ore alla Ferrocart di Maratta, erano state 300 le tonnellate di materiale e scarti di lavorazione: plastica, carta, materiale tessile e ingombranti. Lunedì, più o meno alla stessa ora, è iniziata la lotta contro le fiamme altissime che si alzavano dal piazzale dell’azienda di trasporti Medei. Un incendio che ha raggiunto una temperatura superiore ai mille gradi, reso più potente dalla presenza di una grande quantità di legno.
Se per l’incendio alla Ferrocart di Maratta, specializzata nel riciclo e recupero di rifiuti, Liguori sottolinea che “allo stato non è stata adombrata una pista diversa da quella dell’accidentalità” ancora non si sbilancia sulle cause del rogo divampato all’interno dell’area ex Polymer. Su cui, sotto il coordinamento del pm, Mazzullo, stanno indagando carabinieri forestali, già in campo per l’incendio alla Ferrocart, e gli uomini della scientifica. “In entrambi i casi - dice il procuratore - l’aspetto più importante è il rispetto della normativa sulla prevenzione dei danni alla salute derivanti da attività industriali e commerciali. Libertà di impresa ma, prima e soprattutto, il rispetto di normative e linee guida sull’allocazione di beni e risorse, umane e produttive, in sicurezza.
Oggi tornano tutti a scuola ma, a titolo precauzionale, vengono mantenuti tutti i divieti indicati nella precedente ordinanza nell’area del raggio di cinque chilometri dal luogo dell’incendio: divieto di raccolta e consumo di prodotti alimentari coltivati e di funghi epigei spontanei; divieto di pascolo e razzolamento degli animali da cortile e di utilizzo di foraggi e cereali destinati agli animali.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 2 Marzo 2022, 08:57
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