Perugia, la banda delle spaccate incastrata da un selfie

Perugia, la banda delle spaccate incastrata da un selfie

PERUGIA - Una foto. Tra la vetrina in frantumi della pasticceria appena spaccata e l’assalto al bancone. Pochi secondi, dal momento che il rischio che il boato della vetrina di un negozio svegliasse mezzo quartiere era inevitabilmente alto, per arraffare cose da portare via. Parte di quei pochi secondi sono stati però utilizzati per scattarsi una foto. Anzi, un selfie. 
E chissà che quel selfie non possa essere diventato uno degli elementi che hanno permesso ai carabinieri, con un’indagine serrata e senza tralasciare il minimo dettaglio, di individuare l’auto e almeno due dei balordi che all’alba di lunedì hanno creato il panico in città con quattro spaccate in meno di un’ora.
 

LA STORIA 
La strada racconta come quel selfie sia stato scattato dai balordi in azione all’interno di uno degli esercizi commerciali presi d’assalto in quella scorribanda, e cioè una pasticceria dalle parti di Elce. Sono, come detto, le prime ore di lunedì e molto probabilmente i personaggi all’interno della jeep che hanno precedentemente rubato hanno già compiuto due assalti: uno in un negozio di computer ed elettronica in via dei Filosofi e l’altro in una pizzeria di corso Cavour.

La loro pazza corsa criminale li porta nella zona di Elce, ed ecco partire il terzo assalto alla pasticceria: anche in questo caso la jeep, in particolar modo grazie alla ruota di scorta posizionata nella parte dietro, viene lanciata a retromarcia contro la vetrina dell’attività commerciale, che non può reggere all’urto.

I banditi sono subito dentro, e in quel momento si verificherebbe l’inverosimile di una vicenda già inverosimile di suo: gli uomini in azione troverebbero un telefono, aziendale, lasciato all’interno della pasticceria dai proprietari e con quello si scatterebbero un selfie prima di ripartire verso l’ultimo assalto, che sarà compiuto poco dopo in un altro negozio di elettronica e computer in zona Ferro di Cavallo.

Questo quanto racconta la strada. Un selfie che inevitabilmente è stato come lasciare una traccia del loro passaggio. Una traccia che ovviamente è confluita in tutta l’attività d’indagine che i carabinieri hanno immediatamente messo in piedi,  e che nel giro di 48 ore ha permesso ai militari di rintracciare non solo l’auto usata ma anche due balordi.

Di più, dal momento che buona parte della refurtiva era ancora nella jeep e dunque è stato possibile restituirla dove era stata rubata.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 24 Marzo 2023, 07:00
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