Terni, nel Giorno della memoria una targa in piazza Corona ricorda il legame con la comunità ebraica

Terni, nel Giorno della memoria una targa in piazza Corona ricorda il legame con la comunità ebraica

di Aurora Provantini

TERNI - «A proposito del ricorrere della Giornata della Memoria, una città ha la possibilità di crescere solo nel momento in cui è in grado di esercitare la propria memoria». Paolo Cicchini, storico e critico d’arte, consigliere comunale di maggioranza (Lega), cita per la terza volta Sant’ Agostino. L’occasione è la cerimonia (giovedì 27 gennaio 2022 alle ore 12) in piazza Corona di presentazione di una targa che sottolinea l'esistenza, in quello stesso luogo, della Piazza Giudea.

Lo aveva  citato per la prima volta a gennaio 2020 e di nuovo nel 2021. A Palazzo Spada: in occasione della presentazione dell’atto di indirizzo che poneva l’attenzione sulla necessità di rendere omaggio alla comunità ebraica che per quasi sette secoli si è legata al territorio, poi durante l’atto di consiglio approvato all’unanimità. La richiesta di Cicchini era di “non dimenticare” quella parte di storia cittadina e, anzi, di segnalare l’antica denominazione della piazza citata sia dall’Angeloni nella sua Historia della città del 1646, sia dal Silvestri nelle Riformanze. «L’attuale piazza Corona era il centro dei piccoli commerci e si chiamava piazza Giudea». La volontà di restituire a quel luogo una sua identità ha spinto lo storico a perseguire il suo obiettivo. A seguire le procedure che hanno condotto alla sistemazione di una lapide. Quella che giovedì 27 gennaio 2022 verrà finalmente inaugurata. A distanza di due anni. «Il 24 febbraio 1449 il consiglio di Credenza del Municipio di Terni decretò che gli ebrei potessero commerciare liberamente in città le mercanzie ed il denaro (nacque il primo banco dei pegni, ndr). I commercianti ebrei erano comunque obbligati a munirsi di un permesso che sarebbe stato rilasciato dalla Magistratura cittadina, sia che essi avessero deciso di stabilirsi a Terni, scegliendola come loro dimora permanente, sia che invece esercitassero i loro commerci soltanto in alcune occasioni» – riporta Ludovico Silvestri. Nel Seicento gli ebrei erano circa trecento. Nel 1938 non ne risiedevano più di quaranta, a Terni. Tutti espulsi con le leggi razziali: insegnanti e studenti cacciati dalle scuole, dipendenti della pubblica amministrazione e di aziende a partecipazione statale licenziati. Con l’occupazione tedesca, nel 1943, gli ebrei che vivevano città si contavano sulla punta delle dita. Tra loro anche Adolfo Sciunnach e suo figlio Sergio, sopravvissuti alla deportazione in un campo di lavoro presso Monaco di Baviera.
«Terni ha sempre vissuto un rapporto meraviglioso con la comunità ebraica e ricordare questa parte della nostra storia è fondamentale per guardare al futuro» – spiega Paolo Cicchini.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 26 Gennaio 2022, 09:11
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