Terni, il manager e la città: «Ternani, guardate oltre le acciaierie»
di Aurora Provantini
«La prima sera la mia preoccupazione era trovare un buon ristorante e ammetto che ne ho trovato più d'uno. Non solo a Terni si mangia bene, ma ci sono molti bei posti e gli osti sono davvero ospitali. Proprio a Terni ho individuato il mio locale ideale che è un ristorante dove non si mangia soltanto ma si consuma cultura, si organizzano mostre e altri tipi di eventi e dove pure i miei colleghi di Milano, di Roma, di Dusseldorf, si trovano bene». «E' bastato un mese per rendermi conto di quanto sia vivibile Terni, con un centro cittadino pianeggiante dove si gira bene a piedi, con bei negozi e con persone sorridenti anche se diffidenti nei confronti degli stranieri. Le bellezze paesaggistiche della Valnerina, la Cascata delle Marmore, il lago di Piediluco, sono raggiungibili in pochi minuti di macchina e questo rende Terni a dimensione d'uomo».
Il teatro che non c'è. «Certo non sono mai stato a teatro, ma mi dicono che qui proprio non c'è!». Pablo si trasferisce per lavoro nella città dell'acciaio quando il Verdi è già chiuso. «E' assurdo che Terni non abbia un teatro, che in genere rappresenta il fulcro della programmazione culturale di ogni città. Noto anche che chi spinge per promuovere eventi è l'eccezione e non la regola. Purtroppo da 130 anni tutto ruota attorno alla fabbrica».
E' come se i ternani fossero convinti che la loro civiltà nasca con le acciaierie. «Conoscevo Terni per essere la città dell'acciaio. Poi stando qui ho scoperto che è anche la città degli innamorati. Siccome San Valentino è celebrato in tutto il mondo, mi sono sorpreso della scarsa promozione di Terni in questo senso. Ho coppie di amici che festeggiano ogni anno il giorno di San Valentino, e adesso sanno pure che è il patrono di Terni, ma da me. Invece avrebbero dovuto saperlo diversamente».
«Ai ternani manca l'orgoglio di essere ternani: se tu sei orgoglioso della tua terra, tendi a promuoverla. Invece non c'è un ternano che io conosca che consigli di venire a visitare la propria città. Ecco, secondo me bisogna far capire loro che esiste una Terni oltre le acciaierie, che si può puntare su San Valentino, sulla gastronomia o sulla cultura per farla conoscere in tutto mondo».
«Quando sono venuti i miei genitori a trovarmi - racconta Pablo - hanno detto che Terni è una città molto bella. Anche i miei zii e gli altri miei paerenti l'hanno trovata ricca di storia. Hanno notato che mancano quei mercati settimanali all'aperto in centro che si svolgono in ogni altra città d'Europa e questo credo sia dovuto al fatto che non c'è quello slancio o diciamo quella carica che spinge ad organizzare iniziative attrattive».
Terni ha una storia ricchissima ed un patrimonio culturale che è stato descritto dai più grandi poeti. Quando Goethe fece tappa a Terni rimase colpito dalle osterie definendo i ternani litigiosi ma buoni. A quei tempi non c'erano le acciaierie, eppure pittori, poetie filosofi erano capaci di cogliere qualcosa di particolarmente bello. «Credo che i ternani debbano cominciare a guardare oltre le acciaierie» suggerisce Pablo.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Settembre 2020, 12:38
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