John Kercher: dalla rosa sulle scale del Duomo di Perugia alle polemiche con Amanda. «Merdith, ti amerò per sempre»

John Kercher: dalla rosa sulle scale del Duomo di Perugia alle polemiche con Amanda. «Meredith, ti amerò per sempre»

di Michele Milletti
PERUGIA - «Sono anche io un giornalista, capisco che tutti attendiate un commento. Ma non ce la faccio. Meredith non c'è più e io non ci posso credere. E' troppo scioccante. Non ho nemmeno più lacrime». Sono passate poche ore dalla notizia dell'omicidio della sua Mez, studentessa in Erasmus a Perugia, e John Kercher affacciandosi dalla sua villetta di mattoni rossi di Croydon, cittadina ai sobborghi di Londra, cerca di mettere insieme qualche parola per raccontare il suo dolore. E' il 3 novembre del 2007: dodici anni e qualche mese dopo, il 13 gennaio 2020, proprio nei pressi di quella villetta subirà le gravi ferite che, venerdì 7 febbraio, lo hanno condotto a una morte misteriosa e ancora poco chiara. Proprio come quella della figlia.

John Kercher, come tutta la famiglia di Meredith, a Perugia è stato accolto e stretto in un forte abbraccio da una città che non ha dimenticato, e non dimentica, quanto accaduto in quella notte tra uno e due novembre del 2007 nella villetta di via della Pergola, a due passi dall'università per Stranieri in cui Mez stava seguendo un corso d'italiano. Una città ferita, che ha sempre dimostrato affetto e rispetto per i Kercher. Come quando i perugini lo hanno visto deporre una rosa rossa sui gradini del duomo di Perugia, una settimana dopo l'omicidio e qualche ora dopo la fiaccolata che gli amici di Mez avevano organizzato in centro e sulle scalette del Duomo (tradizionale punto di ritrovo degli studenti a Perugia) per ricordarla.  Insieme alla rosa ha lasciato anche un foglio con scritto: «love you forever, Meredith. All my love, Dad» («Ti amerò per sempre Meredith con tutto il mio amore. Papà»).

E quel ricordo straziante dell'ultima telefonata fra lui e la figlia, la mattina del giorno in cui fu uccisa: «Ricordo che Meredith mi diceva che Amanda era eccentrica e molto sicura di se stessa. Mi disse anche di come era sorpresa del fatto che Amanda intrecciava rapporti con gli uomini pur essendo arrivata da una sola settimana. L'ultima volta ci sentimmo il primo novembre. Rimanemmo solo un paio di minuti al telefono. Lei mi raccontava sempre cosa le era successo durante la giornata, cosa aveva fatto, notizie sugli amici».

Perugia, Meredith e le udienze del processo: dal 15 settembre 2008 inizio processo, alla fine di ottobre  (quando il gup Paolo Micheli dopo undici ore in camera di consiglio decide che Amanda Knox e Raffaele Sollecito debbano essere processati e che Rudy Guede, che ha chiesto l'abbreviato, venga condannato a 30 anni), ai primi di giugno 2009 quando John e gli altri familiari di Mez vengono sentiti in tribunale. «Avevo sentito Meredith alle 2 e un quarto del pomeriggio del primo novembre. Ma ero in banca e le ho detto che l'avrei richiamata la sera perchè, oltretutto in quell'orario si pagava molto». «Va bene, ma stasera forse esco», gli aveva riposto Mez. «allora ti richiamo domani». Quel domani non c'è mai stato, perchè alle cinque del pomeriggio l'ex moglie gli telefona e gli dice di aver sentito alla televisione la notizia di una studentessa inglese morta. «Chiamai subito Meredith ma il suo cellullare non squillava. Chiamai ancora e ancora. Si erano fatte le 18 e non avevo ancora notizie. Allora telefonai alle redazioni di alcuni giornali per sapere se conoscessero il nome della ragazza inglese uccisa. Non sapevano ancora niente. Aspettai due ore. Alle 20 mi chiamò un giornalista e mi disse che la ragazza uccisa era Meredith»: sarà questa la drammatica testimonianza di John Kercher. Che assieme all'ex moglie Arline e ai figli Stephanie, John jr. e Lyle seguiranno le varie fasi processuali con grande dignità ma con la fermezza di ottenere giustizia per Meredith. 

Fino a quel «stunned», cioè scioccati, del 4 ottobre 2011. «Il verdetto del tribunale di Perugia è stato grottesco» dirà John al Daily Mirror, dopo il proscioglimento di Amanda Knox e Raffaele Sollecito in appello. «Un proscioglimento che vanifica il processo originale. Siamo tutti sotto choc. Avremmo capito una riduzione di pena, ma liberarli?».

Il dramma della perdita della figlia, per John, sarà anche quello di una battaglia contro il film "Amanda Knox: Murder on Trial in Italy"  nel 2011. Vide il trailer del film TV con Hayden Panettiere nei panni di Amanda Knox e rimase inorridito dalla violenza di alcune scene. «L'immaginazione corre perché si tratta di quello che è successo. Ma vederlo in questo modo è decisamente scioccante. Le scene sono assolutamente orripilanti», disse al Sun aggiungendo che «quello che i produttori del film hanno fatto è terribile. Sono sorpreso che si siano spinti così in là. Mi avevano detto che la bozza originale del film prevedeva di arrivare fino al momento dell'assassinio, ma non di mostrarlo. È ovvio da queste immagini che invece lo mostreranno».

Qualche giorno dopo arriverà anche una sonora tirata d'orecchie ad Amanda Knox «Mez è stata dimenticata mentre il culto della personalità e della celebrità di Amanda sono un insulto alla sua memoria». Il commento era relativo all'immagine di Amanda mascherata per la festa di Halloween nelle strade di Seattle: John definì questo atteggiamento «insensibile».
Ultimo aggiornamento: Sabato 8 Febbraio 2020, 19:57
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