"Il Novecento a Terni": Franco Giustinelli rilegge un "secolo di passioni"

"Il Novecento a Terni": Franco Giustinelli rilegge un "secolo di passioni"

di Aurora Provantini

TERNI - “Il Novecento a Terni, un secolo di passioni”. Un libro (800 pagine, Edizioni Thyrus) di Franco Giustinelli. Il racconto di un’ anima del Pci (si iscrive al partito comunista italiano nel 1960) che entra nella giunta comunale di Ezio Ottaviani e poi in quella di Dante Sotgiu, con la responsabilità dell’urbanistica e dell’edilizia. Giustinelli è stato un dirigente scolastico e un protagonista della vita politica della Prima Repubblica: dal 1975 al 1983 fu assessore regionale, poi senatore per due legislature, e di nuovo Terni ( consigliere comunale dal 1990 al 1996 e vicesindaco tra il 1992 e il 1993). Tante sono state le esperienze. Allievo di Aldo Capitini, pubblica con La Nuova Italia “Razzismo, scuola, Società” col quale vince il Premio nazionale di pedagogia Pescara. Nel 1996 scrive insieme ad Alberto Provantini, “Con Ezio” per Edizioni Thyrus. Nel 2005 con Rubbettino Editore dà alle stampe “Letteratura e pregiudizio”. Condirettore della rivista di studi storico-sociali “Umbria Contemporanea”, fondata da Raffaele Rossi e poi diretta anche da Tullio Seppilli, è autore di saggi sulla politica del territorio e sulla storia dell’Umbria.
Un patrimonio di conoscenze che mette nero su bianco, raccontando “un secolo di passioni”. Protagonista assoluto dell’opera: il Novecento a Terni. «Lo stimolo alla riflessione mi è venuto, oltre che dalla singolare vicenda della città, dalla coincidenza del centenario della nascita del Pci, che in essa ha avuto un ruolo di primo piano per alcuni decenni, insieme al Partito Socialista e alle altre forze democratiche, dopo la vittoria sulla dittatura fascista».
Racconta un secolo di vita della città «nata due volte». «La definì così Raffaele Rossi – ricorda Giustinelli - dal ‘56 al ’66 a capo della federazione comunista, facendo riferimento all’insediamento dell’industria nell’ultimo quarto dell’Ottocento, quando fu catapultata dentro un accelerato processo di modernizzazione, che finì di coinvolgere anche un gran numero di immigrati e di donne».
«Queste - segnala Giustinelli – operaie del Lanificio Gruber e dello Jutificio Centurini, conobbero nella fabbrica un potente fattore di emancipazione. Per poi ritrovarsi, dopo turni massacranti, pure col lavoro della casa».
Furono gli anni in cui cominciarono a diffondersi anche le idee socialiste e gli obiettivi della “lotta di classe” contro lo sfruttamento al quale erano sottoposti i lavoratori.
La lettura che viene data del “Secolo breve” passa attraverso gli spaccati di vita familiare, personale, di città, di quartiere e di partito. Letto da sinistra. Che tenta comunque di definire come si è giunti fin qui. Cita il filosofo Mario Tronti cittadino onorario di Ferentillo, e fa la stessa considerazione di Tronti :«Se tanta gente ha votato Cinquestelle e Lega, la responsabilità è della sinistra che ha smesso di parlare con i propri argomenti ad un pezzo di società»
Questi sono i temi che il racconto di Franco Giustinelli vuole proporre. La scelta dei personaggi non è casuale: le storie si intrecciano. La seconda metà del secolo inizia all’insegna della ricostruzione morale e materiale della comunità, che non frena però la crisi del modello di città-fabbrica che ne aveva favorito lo sviluppo. Prosegue con la fine dei partiti e della Prima Repubblica
A Terni si assiste anche alla fine della presenza pubblica nell’economia: la bandiera tedesca sventolerà per un trentennio su viale Brin, mentre l’apparato produttivo continuerà a perdere occupati.

Le speranze sono ora riposte nel recente ritorno dell’Ast e dell’Enel in mani italiane e nell’avvio della nuova avventura della chimica verde e dell’idrogeno, ma le prospettive della politica appaiono nebulose, e non solo quelle di Palazzo Spada.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 21 Luglio 2022, 09:47
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