Terni, morto a 22 anni in moto, la rabbia dei centauri: «Basta guardrail killer»

Terni, morto a 22 anni in moto, la rabbia dei centauri: «Basta guardrail killer»

di Sergio Capotosti

È il terzo motociclista che muore in quel tratto della Flaminia a confine tra Terni e Spoleto. Ancora una volta è stato fatale l'impatto con il guardrail. Un tragico elenco che si è aggiornato giovedì scorso con la morte del ventiquattrenne Riccardo Kahuqi. Un bilancio che rischia di diventare drammatico visto che la ragazza che viaggiava con Riccardo Kahuqui è ricoverata in gravissime condizioni al Santa Maria di Terni. La memoria dei centauri ternani è tornata così a sanguinare, nel ricordo di Paolo Colangeli, esperto motociclista che nel 2016 morì proprio in quel maledetto tratto della Flaminia. E anche in quel caso l'impatto con il guardrail risultò fatale.
«Basta guardrail killer», ha tuonato sui social Mauro Montanesi, l'ex presidente del Club Ducati che per anni si è battuto affinché venissero installati lungo le strade più pericolose i guardrail salva motociclisti. Una battaglia per la sicurezza stradale dei centauri che ha subito una battuta di arresto dopo che nel 2015 vennero installati tre bande gialle Dsm (dispositivi salva motociclisti) in altrettanti punti pericolosi della Valnerina, nel tratto di Cervara. «Anche grazie al lavoro fatto dal Moto Club Ducati, il Comune di Terni - ricorda oggi Montanesi - ottenne un finanziamento europeo per installare questi dispositivi, ma dopo i tre tratti di Cervara tutto si è fermato».

Progetto, quello di Palazzo Spada, che riguardava le strade comunali, mentre nel caso dei tratti come la Flaminia la competenza è di Anas. E proprio l'Anas ha brevettato dei dispositivi salva motociclisti che ha iniziato ad installare in alcune strade dell'Emilia Romagna.
«Fermo restando l'elemento della fatalità che negli incidenti stradali è incalcolabile - commenta il presidente del Moto Club Libero Liberati, Massimo Mansueti - lancio un appello affinché almeno nelle strade più pericolose e trafficate si provveda all'installazione delle barriere salva motociclisti». Ma oltre alla sicurezza, sacrosanta, occorre anche far leva sull'educazione stradale, come spiega Sandra Bonafede, presidente del Maxi Moto Group che ha dato vita all'associazione Diversamente abili. Associazione che si occupa di organizzare manifestazioni a sostegno dei motociclisti rimasti disabili dopo un incidente. «Disabilità che a volte - spiega la presidente Bonafede - sono causate proprio dall'impatto con i guardrail, per questo di Dsm sono fondamentali. Ma oltre alla sicurezza si deve puntare anche all'educazione. A febbraio - prosegue Bonafede - avevamo proposto al Comune di realizzare un progetto che coinvolgesse le scuole proprio sul tema della sicurezza stradale legata alle moto. Avevamo anche individuato la pista Fiat Autonomy di San Giovanni per le lezioni pratiche ma non abbiamo più saputo nulla».

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Ultimo aggiornamento: Venerdì 15 Ottobre 2021, 23:12
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