Tragedia di Gubbio, il ragazzo morto
si trovava per caso nella fabbrica esplosa

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di Massimo Boccucci

GUBBIO Si sarebbe trovato solo per caso nel locale della palazzina alle porte di Gubbio interessata dall'esplosione Samuel Cuffaro, 19 anni compiuti lo scorso 22 dicembre, che lavorava con un contratto a chiamata per una delle due ditte impegnate nella produzione e commercializzazione della cannabis light a scopo terapeutico. Il giovane - secondo quanto riferisce l' Ansa - operava infatti al piano sottostante, non interessato dallo scoppio, ma sarebbe stato chiamato nei locali superiori per sistemare alcune scaffalature metalliche proprio quando c'è stata la deflagrazione con le fiamme divampate e il crollo. Cuffaro, che l'anno scorso si è diplomato all'Ipsia, lavorava da circa un anno nel gruppo. Elisabetta D'Innocenti, 52 anni, trovata senza vita dopo quasi quattro ore di ricerche tra le macerie, era invece una cameriera che a causa delle restrizioni anti-Covid si era ritrovata a cercarsi un'altra occupazione per vivere.

GRAVI CONDIZIONI

C'è una terza persona, un altro eugubino che compirà 18 anni tra un mese e frequenta il quarto anno dell'indirizzo manutenzione e assistenza al polo “Cassata-Gattapone”, ricoverato in prognosi riservata al centro grandi ustionati dell'ospedale Bufalini di Cesena, intubato con ustioni in tutto il corpo e un trauma midollare, mentre gli altri due sono al nosocomio di Branca. Altri due feriti sono ricoverati all'ospedale di Gubbio-Gualdo Tadino con prognosi di 30 giorni: uno ha riportato vaste ustioni su tutto il corpo, è stato operato d'urgenza ieri sera dall'equipe della chirurgia ricostruttiva, mentre l'altro è in Osservazione breve intensiva (Obi) con un trauma alla colonna vertebrale e qualche ustione. Ci sono, infine, due i vigili del fuoco intossicati o feriti durante il soccorso, uno che aveva inalato dei vapori ed un altro che era arrivato al pronto soccorso con un corpo estraneo in un occhio: sono stati dimessi dall’ospedale ieri sera.

SINDACATI MOBILITATI

Mobilitazione dei sindacati dopo l'incidente.

Lunedì prossimo, 10 maggio, alle ore 10 è annunciato un presidio di Cgil, Cisl e Uil sotto la prefettura a Perugia con richiesta d'incontro al prefetto del capoluogo umbro Armando Gradone. «Pronti ad azioni di lotta, la cultura della sicurezza nel lavoro deve diventare patrimonio comune, anche delle imprese. Inaccettabile quello che continua ad accadere in Umbria, come nel resto del Paese. Non ci vogliamo rassegnare a questo stillicidio di vittime inermi», hanno scritto in una nota congiunta le tre sigle. «Vogliamo ribadire al prefetto - spiegano - che è necessario adeguare la nostra società alla sicurezza, costruendo prima di tutto una cultura del lavoro in sicurezza. Perché deve essere inaccettabile l'improvvisare, l’arrangiarsi, il rischiare nel lavoro. O si fa questo salto, oppure è inutile e da ipocriti piangere queste giovani vite spezzate». Verrà ufficializzato l’avvio di iniziative di lotta «necessarie per ottenere questo cambiamento. E siccome c’è una responsabilità collettiva di quello che succede, queste lotte non possono pagarle solo i lavoratori. È ora che anche le imprese mettano la loro parte, se come dicono anche per loro questa è una priorità». Anche sul piano nazionale le segreterie di Cgil, Cisl e Uil, in stretto contatto in queste ore con l’Umbria, stanno predisponendo iniziative e mobilitazioni con appelli al governo Draghi. 


Ultimo aggiornamento: Sabato 8 Maggio 2021, 14:56
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