Emigrò da Firenze a Terni per amore, Gina Pinzauti, le "nonna di Papigno", ha spento cento candeline

Emigrò da Firenze a Terni per amore, Gina Pinzauti, le "nonna di Papigno", ha spento cento candeline

Dalla sartoria al commercio e alla ristorazione, per poi fare la casalinga. Dalla Toscana all’Umbria, da Reggello vicino Firenze dove è nata, fino a Papigno il borgo della Valnerina poco fuori Terni dove tutt’ora vive, per seguire l’uomo che ha sposato. Tutto in un secolo. Una domenica speciale, per Gina Pinzauti. La nonna di Papigno ha spento 100 candeline il 19 giugno 2022. «Mi sento bene – dice – e non sono mai stata male, né sono stata mai in ospedale. Ho solo un problema a un braccio, ma mi accontento». In casa, quando può, fa ancora le pulizie e lava le posate. Conduce una vita sana, circondata dall’affetto dei figli Rita, Clara e Carlo, di 6 nipoti e di 5 pronipoti. «Ebbi anche un altro figlio, Paolo – racconta – ma morì a soli 40 giorni, per polmonite. E pensare che lo portai all’ospedale e lo dimisero dicendomi che era fuori pericolo». Vive con una delle figlie. Lì ha anche trascorso il centesimo compleanno, tra tanti regali e messaggi di auguri. I familiari l’hanno portata a cena fuori e le hanno fatto i fuochi d’artificio. «Tutta Papigno, mi ha fatto gli auguri, sono contentissima». A Papigno è conosciuta, anche perché da giovane ha gestito un chiosco, ma anche per parenti che si sono fatti onore nello sport, essendo zia dell’allenatore di calcio Roberto Alessandrini e nonna di Alessandro Fiori che è stato campione di nuoto e arti marziali.

A Papigno arrivò giovanissima. In Toscana, aveva imparato il mestiere di sarta. Grazie a quello, a 18 anni conobbe il marito. «In tempo di guerra venivano i militari, a far cucire le divise. Un giorno, uno di questi accompagnò un altro militare e me lo presentò. Era mio marito, Enio Alessandrini. Ci conoscemmo così., Ci sposammo un paio di anni dopo. Ero ancora minorenne e servì la firma di mio padre». Qualche anno fa, è stata accompagnata a rivedere i luoghi d’origine. A Firenze, era anche andata col marito a vedere una partita della Ternana, ai tempi della serie A. Ma durante la seconda guerra mondiale, ci tornò pure da sola. «Feci Terni-Firenze quasi tutta a piedi – racconta – perché dovevo andare ad avere notizie dei miei familiari». Dopo la guerra, avviò un’attività di vendita, mentre il marito lavorava all’Enel. Gestì per qualche anno pure una trattoria a Terni, in via delle Portelle. Una vita intensa, serena. Nella pace e nella tranquillità della Valnerina, oggi casa di questa signora toscana, emigrata per amore poco più che bambina e arrivata a vivere nella verde Umbria un bel traguardo di vita.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Giugno 2022, 08:31
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