Covid, curva al plateau: Omicron al 100%. Verso la conferma della fascia bianca

Covid, curva al plateau: Omicron al 100%. Verso la conferma della fascia bianca

di Fabio Nucci

PERUGIA In Umbria si conferma la fase di stabilizzazione dei contagi, pur se sempre al “prezzo” di 2mila nuovi casi al giorno, ma ad ancorare la regione alla fascia bianca sono i numeri delle terapie intensive. Le ospedalizzazioni sotto controllo consentono così di guardare con maggiore fiducia alla gestione di un’epidemia che in Umbria è ormai alimentata dalla sola Omicron, presente nel 100% dei campioni sequenziati e responsabile anche dei numerosi casi letali. «È verosimile che i decessi dell’ultimo mese siano collegati a tale variante», ha spiegato l’epidemiologa Carla Bietta nel punto Covid settimanale della Regione.
L’epidemia disegna un andamento più stabile, come emerge dal report settimanale del Nucleo epidemiologico. «Siamo in una fase di stabilizzazione – spiega Carla Bietta – che vede circa 2mila casi al giorno e un’incidenza per 100mila abitanti che il 26 gennaio era pari a 1.591 positivi. Un dato inferiore alla media del Paese rispetto al quale abbiamo anticipato la flessione e con cui condividiamo un andamento di “plateau”». Un aspetto interpretato anche dall’1,01 rilevato dall’indice di replicazione diagnostica. «C’è una piccola risalita, coerente con una numerosità giornaliera di casi costante». Ne consegue una situazione omogenea a livello di distretti, con solo Assisi che presenta un’incidenza sopra duemila. «Qualche segnale di riduzione si ravvisa in alcuni piccoli comuni: solo a Cannara, Montefranco e Vallo di Nera l’incidenza è sopra 3mila, ma si tratta di comuni con meno di 5mila abitanti». Quanto all’andamento per fasce d’età, si rileva un’estrema variabilità: si va, infatti, dai 617 casi per 100mila abitanti della 80-84 anni, ai 4.111 della 6-10. L’ultimo bollettino, intanto, indica 1.863 nuovi casi e un tasso di positività dei tamponi al 12,7%, anch’esso stabile.
Con sei degenti ordinari in meno, il totale segna ora 184, e otto posti letto di rianimazione occupati (+1), l’Umbria si presenta con indicatori decisionali a posto alla verifica della Cabina di regia. «I dati ospedalieri sono sotto controllo – spiega l’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto – con la saturazione delle terapie intensive sotto il 10% e l’occupazione dei posti di medicina nei limiti. Per questo dovremmo restare in bianco, risultato frutto di una gestione che ha puntato a mantenere i servizi essenziali pur nelle restrizioni che sono state adottate per non riaprire i Covid-hospital, gestendo i pazienti nei presidi territoriali». L’andamento delle ospedalizzazioni è sovrapponibile a quello dei contagi, con un ritardo di circa 14 giorni. «L’Umbria non ha mai superato il tasso di prevalenza per 100mila abitanti nazionale - aggiunge la dottoressa Bietta – e rispetto a una numerosità di casi elevata, l’impegno degli ospedali è contenuto».
Presenta maggiore viscosità la curva dei decessi. «È l’ultimo indicatore che si muove ma mantiene lo stesso andamento della curva epidemica e tende a stabilizzarsi: sono tuttavia numeri piccoli soggetti ad oscillazioni».

Sono 107 i casi letali di gennaio, 34 nell’ultima settimana, ormai tutti riferiti alla Omicron. «Secondo l’ultima flash survey Iss, tale variante è distribuita al 100% nella nostra regione e attribuire a Omicron i decessi dell’ultimo mese è verosimile», spiega Carla Bietta. Il tasso di letalità resta comunque contenuto. «A numeri altissimi di incidenza corrispondono decessi in proporzione molto contenuti. I casi letali riguardano una popolazione dall’età media superiore a 80 anni e con comorbidità associate, un fenomeno che non riusciamo a controllare». Cresce invece la quota di non vaccinati morti in assenza di altri problemi. «Si conferma il maggior rischio di letalità per le persone non vaccinate che non presentano comorbidità».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 28 Gennaio 2022, 07:25
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