Coronavirus, in pericolosa risalita le terapie intensive: occupazione posti letto al 43%

Coronavirus, in pericolosa risalita le terapie intensive: occupazione posti letto al 43%

di Fabio Nucci

PERUGIA - Avanzano le vaccinazioni, ma la curva del contagio non accenna a ridursi e tornano pericolosamente a salire i degenti Covid in terapia intensiva dove il tasso di occupazione dei posti letto è salito al 43%, ben oltre la soglia di guardia. Sono 205 i nuovi casi certificati ieri a fronte di quasi 4mila tamponi, con un’incidenza in discesa e una tendenza, considerando il dato settimanale, alla stabilità. Intanto, si contano altri otto decessi ma nell’ultima giornata sono state somministrate oltre 2mila dosi di vaccino, con l’Umbria da record nazionale.
Alle 18,50 di ieri, la regione presentava una percentuale di iniezioni, rispetto alle dosi consegnate, del 111,1%. Dato legato al fatto che, come spiegato dall’assessore Luca Coletto, da una singola dose possono essere ricavate più somministrazioni. Il totale è di 10.927, con 2.010 vaccinazioni eseguite nell’ultima giornata. La campagna prosegue nelle Rsa, dove ora figurano 2.163 ospiti immunizzati (+429, 19,8%) e cresce anche il dato dei “non sanitari”, 338 soggetti (3,1%). È intanto slittato ad oggi l’arrivo delle dosi settimanali programmate, circa 7mila.
Ma la Regione torna a spingere perché ne arrivino di più e più in fretta, anche perché il virus continua a viaggiare con la stessa velocità che aveva a inizio dicembre, aspetto testimoniato dai 1.432 contagi settimanali (dato in lieve discesa negli ultimi tre giorni) a fronte di una media di 2.744 tamponi processati negli ultimi sette giorni, con un tasso di positività stabile al 7,5%. Gli ultimi 205 casi sono stati scoperti su 3.946 tamponi processati con un’incidenza del 5,2%. Preoccupa la risalita dei ricoveri in terapia intensiva dove si trovano 56 assistiti (come il 9 dicembre) con otto ingressi giornalieri nell’ultima giornata, 31 settimanali, il dato più alto da metà dicembre e che si era registrato solo il 30. E il tasso di occupazione continua a salire, secondo il monitoraggio Agenas al 43% (+4%). I ricoverati Covid in totale sono 325 (+2) ma nelle aree non critiche la situazione per ora è sotto il livello di guardia con il 35% (-1%) di occupazione.
In lieve risalita anche la curva dei decessi.

Ieri altri otto: due pazienti erano residenti a Perugia, altrettanti a Terni, gli altri a Città di Castello, Gualdo Tadino, Panicale e San Gemini. Il virus resta diffuso a livello territoriale con 85 comuni che contano almeno un caso all’interno: per Lugnano in Teverina e Alviano tornati Covid-free, nuovi casi sono stati certificati a Preci e Monteleone d’Orvieto. L’incidenza dei casi attivi resta sopra il 10 per mille a Magione (11,82) e Gualdo Tadino (10,45), ma da ieri anche Tuoro sul Trasimeno torna sotto la lente (10,76). Nel primo caso, il cluster legato alle festività natalizie continua ad allargarsi con altri 20 casi certificati e una classe della secondaria di primo grado in isolamento fiduciario. «I casi continuano a crescere», ha spiegato il sindaco Giacomo Chiodini in costante contatto con la direzione sanitaria della Usl Umbria 1. «Stiamo verificando quali ulteriori soluzioni adottare, in particolare rafforzando le indagini epidemiologiche per estendere a più persone possibili i test di controllo». Per la maggior parte si tratta di contagi intra-familiari. Si sta ridimensionando, invece, il cluster di Gualdo Tadino dove per il terzo giorno consecutivo i guariti superano i positivi. Questi comuni, insieme ad Attigliano e Avigliano Umbro, sono quelli che, analizzando i casi scoperti tra il 28 dicembre e l’11 gennaio, presentano una più elevata incidenza sulla popolazione. In valore assoluto, lo scarto maggiore lo presenta Perugia con 576 nuovi casi, a seguire Terni e Città di Castello (297), Gubbio (154), Corciano (153) e Magione (152).


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 13 Gennaio 2021, 08:33
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