Coronavirus, Federfarma: «Evitate le code pericolose.
In Umbria ci sono scorte di farmaci per mesi»

Coronavirus, Federfarma: «Evitate le code pericolose. In Umbria ci sono scorte di farmaci per mesi»

di Egle Priolo
PERUGIA - Sono un «autentico baluardo sanitario del territorio», sempre aperti e tra i soggetti più a rischio. Ma i farmacisti non mollano. Restano al servizio del cittadino e le file fuori dalle farmacie non devono far spaventare. Anzi. Sono solo il risultato di scelte a tutela della sicurezza di tutti, dei clienti e di chi sta dietro il bancone. Anche perché, assicura il presidente di Federfarma Umbria Augusto Luciani, «ci sono scorte per mesi, non c'è bisogno di correre in farmacia». Dove in questo periodo sono aumentate le richieste di integratori per innalzare la risposta immunologica, ma anche stabilizzatori dell'umore. In una situazione che un altro farmacista definisce «pandemia di informazioni», con la corsa ad affidarsi al “dottor Google” e ad accaparrarsi prodotti utili più che altro dal punto di vista psicologico, quando invece certi farmaci hanno bisogno di ricetta medica.
Presidente Luciani, è una delle paure più sentite, ma è vero che i farmaci non mancano?
«Sì, le farmacie sono pronte e le medicine ci sono. Nei nostri magazzini, ci sono scorte per tre/quattro mesi. Non c'è alcun bisogno di correre per riempire casa di medicinali. E anche per quanto riguarda i prodotti igienizzanti che all'inizio erano finiti un po' dappertutto, le farmacie sono attrezzate per produrre gel nei propri laboratori. Insomma, siamo pronti».
Qual è la difficoltà più grande che state incontrando?
«La peggiore, anche per noi, è quella relativa alla reperibilità delle mascherine. Ma i nostri farmacisti si sono dotati di separatori in plexiglass anticontagio e fanno rispettare le distanze. C'è chi può contare anche sul servizio a battenti chiusi e chi ha più uscite ne usa una per l'ingresso e l'altra per l'uscita dei clienti».
Le file fuori dalle farmacie quindi non devono far preoccupare?
«No, perché sono solo il risultato di dinamiche a tutela di tutti. Nei locali si fa entrare un numero di persone uguale a quello degli addetti dietro il bancone. Quindi la fila si fa fuori. E sempre a distanza di almeno un metro l'uno dall'altro».
La gente lo ha capito?
«Devo dire di sì, i cittadini hanno compreso il rischio e si dimostrano rispettosi delle norme».
Ma c'è chi viene in farmacia anche solo per avere una scusa per uscire?
«I casi ci sono. Ed è a loro che dobbiamo far capire che meno gente circola meglio è, per la sicurezza di tutti. Anche perché chi dalle finestre vede qualcuno che passeggia quasi si sente autorizzato a uscire. Invece no. Si deve capire che la migliore mascherina contro il coronavirus è restare a casa».
In Umbria la situazione com'è?
«I numeri dicono che l'Umbria sta contenendo i contagi, ma questa è la settimana più delicata. Non abbiamo ancora raggiunto il picco».
Ci sono medicinali più richiesti in questo momento, magari per innalzare le difese immunitarie?
«C'è chi chiede integratori, che certamente non fanno male, ma servono più altro da un punto di vista psicologico. C'è un lieve rialzo anche delle richieste di diazepam, ma soprattutto per paura di rimanere senza. Chi ne ha bisogno, magari ne compra un paio di scatole per stare più tranquillo».
E in fondo a quello serve... C'è qualcos'altro che può aiutare?
«Sì, la dieta mediterranea. Buona per tutti e che comprende tutti quegli alimenti che sostengono il nostro organismo».
Federfarma si è attrezzata anche per venire incontro ad anziani e malati, che possono chiamare il numero verde 800 189 521 e avere il servizio gratuito a domicilio di consegna dei farmaci...
«È un nostro ulteriore servizio, svolto anche grazie a un accordo con la Croce rossa e con l'Ordine di Malta. Per il resto, bisogna stare attenti, stare in casa e avere pazienza. È una malattia che si cura. Ma restiamo a casa».
Ultimo aggiornamento: Martedì 17 Marzo 2020, 11:09
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