PERUGIA - «Il progetto della diga di Valfabbrica aveva come priorità di portare l'acqua nella nostra Valle, perché dirottarlà al Trasimeno?». E' quanto ha scritto alla presidente Donatella Tesei, chiedendo un incontro urgente,
l'Unione dei Comuni delle Terre dell'Olio e del Sagrantino, che comprende Bevagna, Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Giano dell'Umbria, Gualdo Cattaneo, Massa Martana, Montefalco e Trevi.
La lettera è indirizzata anche all'assessore Morroni, al Consorzio della bonificazione umbra, all'Autorità umbra per
rifiuti e idrico (Auri), all'Ente acque umbre toscane (Eaut) e all'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino centrale.
L'ente presieduto da Bernardino Sperandio fa riferimento al progetto di adduzione dell'acqua proveniente dalla diga
Casanuova sul Chiascio, a Valfabbrica, «che dopo 60 anni vedrà la prima erogazione nel 2026 ma non più a vantaggio di questi territori, bensì del Trasimeno», dicono i sindaci. «Il progetto infatti - spiega Sperandio - originariamente prevedeva di portare l'acqua a scopo irriguo nella Valle umbra sud e precisamente nei comuni di
Cannara, Bevagna, Montefalco, Castel Ritaldi, Giano dell' Umbria, Gualdo Cattaneo, Trevi, Campello sul Clitunno e Spoleto.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 30 Giugno 2022, 17:06
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