Case popolari, cento sono inutlizzabili:
«Mancano i soldi per le manutenzioni»

Case popolari, cento sono inutlizzabili: «Mancano i soldi per le manutenzioni»

di Alberto Favilla

TERNI “Cercasi casa popolare” e a pensare che a Terni l’Ater Umbria ne ha circa un centinaio chiuse in quanto prive di manutenzione per essere messe a bando comunale. Il grido di allarme è lanciato dai sindacati degli inquilini (Sunia – Sicet- Uniad) che su sollecitazione dei cittadini, alla ricerca della prima casa in affitto, ha deciso di cavalcare l’onda della protesta. «In realtà negli ultimi bandi per le case popolari, dove le domande erano superiore alle cinquecento, purtroppo ne sono state assegnate solo una quarantina per ogni bando – spiega Rossano Iannoni, segretario regionale del Sunia – appena il cinque, sei per cento della richiesta e questo ha fatto montare la protesta della gente». L’Ater Umbria, che gestisce a Terni circa 2500 appartamenti, torna quindi ad essere “sollecitata” per un problema annoso, quello della casa. Ma come si può risolvere il problema? «Innanzitutto deve entrare in gioco la Regione dell’Umbria che è titolare della politica della casa pubblica – argomenta Iannoni – e quindi è necessario che il governo regionale metta nella sua politica di bilancio risorse per fare una manutenzione straordinaria di questi appartamenti chiusi, e poi ci sarebbe la possibilità di chiedere fondi della legge ‘80 del 2014 che prevede interventi per la manutenzione straordinaria». Poi c’è un’altra possibilità legata all’attuale sistema del 110 per cento. Di cosa si tratta? « E’ un sistema - Dice ancora Iannoni - che offre la possibilità di sviluppare progetti di interventi di ristrutturazioni ed in particolar quelli finalizzati al risparmio energetico. Insomma, di possibilità ce ne sono».

A Terni il problema casa è un’emergenza. Non sono pochi, infatti, coloro che necessitano di una abitazione ma che allo stesso tempo non possono economicamente entrare nel mercato libero. «Proprio così – aggiunge ancora Iannoni – i più a Terni possono fare solo il bando per l’edilizia sociale. La pandemia, insieme alla crisi economica, ha creato sempre più povertà e differenze sociali e questo invita a non perdere più tempo. La casa è un bisogno primario». Insieme ai cento appartamenti in attesa di manutenzione ce ne sarebbero altri quaranta a Terni messi all’Asta nel gennaio del 2018 e mai venduti in quanto i prezzi stabiliti dalla Stato sono risultati fuori mercato. Ma che fine faranno questi appartamenti? «C’è un programma di affittarli a canone agevolato con uno sconto del trenta per cento – conclude Ianmnoni – ma il programma è fermo e la gente continua ad aver bisogno di case e a non capire tali scelte». E l’Ater? Cosa dicono da via Galileo Ferraris? Il Presidente Emiliano Napoletti ha un’idea e un programma ben preciso. «Proprio in questa settimana abbiamo varato un programma di intervento su alloggi ad edilizia sociale e già nel mese di luglio tale programma verrà ampliato con lo scopo di aumentare appartamenti disponibili agli aventi diritto – spiega il Presidente dell’Ater, l’avvocato Napoletti – bisogna tener presente che il patrimonio dell’Ente in buona parte è vecchio e che gli alloggi spesso vengono riconsegnati in condizioni manutentive molto scadenti e questo allunga tempi e costi nei ripristini». L’impegno dell’Ater è, comunque, quello di risolvere a Terni il problema casa.


Ultimo aggiornamento: Domenica 13 Giugno 2021, 09:33
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