TERNI Prigionieri in casa. Reclusi e ormai senza più speranza e con il timore di fare la fine del topo. I residente del civico 131 di via XX settembre, a Cospea, di proprietà dell’Ater, sono stanchi di essere presi in giro. Qualche anno fa gli era stato promesso che l’Istituto avrebbe installato l’ascensore, ma a distanza di anni nulla è cambiato – neanche l’ombra dell’ascensore - e loro, che intanto si sono invecchiati, ormai non riescono più neanche a scendere le scale e magari andare dal medico. «Proprio così, siamo solo stati presi in giuro – dice la signora Anna, 90 anni, vedova ed invalida al cento per cento – ormai non possiamo più andare neanche dal dottore a fare le terapie come nel mio caso. Un anno, presidente era Domenico Rosati, ci dissero di firmare una petizione, e firmammo tutti i condomini. Ci venne detto che avrebbero risolto il nostro problema. La verità e che tutto si risolse anche in quella occasione in una bolla di sapone. Personalmente ho chiamato tante volte la signora Anna Maria Oddi, sempre gentile e disponibile, ma in verità il problema non è stato mai risolto e a pensare che nel nostro palazzo c’è anche la predisposizione per l’ascensore. Dicono sempre che non ci sono i soldi e che non è colpa loro. Noi, pero, l’affitto lo paghiamo tutti i mesi e non si tratta di poche lire e io con i miei problemi nella deambulazione sono prigioniera in casa». Anche perche si tratta di uno stabile dove non si paga il canone sociale, bensì quello concordato. «E non è poco. Io sono arrivata qui 35 anni fa e oggi a distanza di tempo dovrei sostituire la vecchia vasca con un piano doccia, anche perché ormai le mie articolazioni non mi consentono più di entrare in vasca – ribadisce la signora Franca – l’altro giorno ho rischiato di rompermi il femore.
Ultimo aggiornamento: Domenica 30 Maggio 2021, 11:08
© RIPRODUZIONE RISERVATA