Bimbo arrivato in ospedale in fin di vita, caccia a chi ha coperto le tante violenze. A Perugia un mistero lungo mesi

Bimbo arrivato in ospedale in fin di vita, caccia a chi ha coperto le tante violenze. A Perugia un mistero lungo mesi

di Michele Milletti e Egle Priolo

PERUGIA - C’è ancora chi racconta di avere grosse difficoltà a prendere sonno, ogni qualvolta ripensa alle fratture e alle bruciature da ghiaccio sparse per buona parte di quel corpicino martoriato. E c’è chi dovrebbe averne altrettante, se può aver coperto in qualunque modo il perpetrarsi di un crimine così insopportabile: quello di maltrattare un bambino di appena un anno fino a rompergli le ossa. Fino a fargli fermare il cuore.

È la storia del piccolo di un anno arrivato lo scorso 15 maggio in pronto soccorso in arresto cardiaco e ipotermia e letteralmente riportato alla vita dai medici di Rianimazione dopo sei minuti di manovre di salvataggio.
E se l’indagine scattata nelle ore successive ha portato a iscrivere la madre nel registro degli indagati per maltrattamenti e all’apertura di un altro fascicolo per omissione di referto, la sensazione è che ci sia ancora un’area oscura da approfondire.
Le indagini si sono sempre mosse, come giusto e inevitabile, nel massimo riserbo. Ma domande ancora sospese ci sono. Questa la più inquietante: possibile ci sia stato chi ha coperto le botte, le fratture e l’ulteriore violenza di applicare così pesantemente il ghiaccio sul bimbo per fargli passare il dolore senza portarlo in ospedale? Possibile ci sia stato chi lo ha visto prendere botte e piangere senza denunciare?
Il bimbo, dopo essere stato a lungo sospeso tra la vita e la morte, da qualche mese è cosciente e si trova in una struttura specializzata, ha un tutore legale che ne segue tutti gli adempimenti. Ma a poco più di un anno e mezzo (ne compirà due il prossimo maggio) le sue prospettive di vita sono già pesantemente condizionate da quanto accadde non solo quella domenica dello scorso maggio ma anche (si è scoperto in seguito) dalle fratture di cui era stato vittima appena qualche settimana prima. Con tanto di ricovero in pediatria e di immediati grossi dubbi sul fatto che si potesse essere trattato di un incidente domestico. Il suo nome significa Felice, ma probabilmente da quando è nato non ha mai avuto possibilità di esserlo.
LE INDAGINI
Una storia drammatica. Accaduta non chissà dove, ma in questa città. Dove il piccolo, di origini nigeriane, è nato e ha vissuto assieme alla giovane madre e con un padre segnalato in Francia e poco interessato alle sue sorti.
Una madre che, qualche giorno dopo il salvataggio in ospedale e un racconto considerato dalla procura e dalla squadra mobile poco attendibile (disse che il figlio stava soffocando con un biscotto mentre faceva colazione e che le fratture fossero dovute allo scuotimento per fargli sputare il bolo che gli impediva di respirare e che poi per farlo riprendere gli era stata versata addosso dell’acqua, per questo l’arrivo in ospedale in ipotermia e avvolto in una coperta) è stata indagata per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e abbandono di minore.
A questo fascicolo di indagine il procuratore capo Raffaele Cantone e il sostituto Mara Pucci ne hanno fatto seguire un altro, contro ignoti, per omissione di referto, su cui ha buttato un occhio attento anche la procura generale. Il riferimento è ai ritardi, segnalati fin da subito dalla procura, nel segnalare l’arrivo del bimbo in ospedale in arresto cardiaco, la rianimazione e le ferite sospette riscontrate. Un ritardo che, come sottolineò lo stesso Cantone in una nota ufficiale, comportò la convocazione della madre e delle persone che si trovavano con il bimbo (oltre ovviamente al personale medico sanitario intervenuto) soltanto molte ore dopo l’arrivo del bambino in ospedale, alle prime ore di domenica 15 maggio. Ma i ritardi e “buchi” nella procedura potrebbero essere stati commessi anche in relazione al primo ricovero del bambino, lo scorso 24 marzo, spedito in Pediatria e lì tenuto 15 giorni per tutti gli accertamenti del caso dopo essere entrato in pronto soccorso con delle lesioni all’omero e bruciature da ghiaccio. Nel corso dei successivi esami vennero trovate lesioni pregresse all’altra spalla e una situazione complessiva tale da far segnalare con forza la pista di possibili maltrattamenti. Da quanto si apprende, a seguito di queste segnalazioni venne aperto un primissimo fascicolo d’indagine in contemporanea con le dimissioni del bimbo a inizio aprile, che di fatto è confluito in quello aperto per maltrattamenti (con poi la madre indagata) lo scorso 16 maggio.
E ora chissà non possa emergere un terzo filone su chi possa aver saputo e deciso di tacere.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 13 Febbraio 2023, 07:32
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