Bandecchi: "Per la Ternana sono diventato un malato di tifo, scusate se esagero, sabato col Brescia una partita moscia"

Bandecchi: "Per la Ternana sono diventato un malato di tifo, scusate se esagero, sabato col Brescia una partita moscia"

di Paolo Grassi

Solitamente, fa così. A caldo non ha peli sulla lingua e si lascia andare. Poi, dopo averci dormito su, ribadisce magari gli stessi concetti, ma in modo più morbido. E anche scusandosi. «Qualche volta vado fuori dalle righe - spiega - perché sono tifosissimo. Sono malato. Il tifo, come dice la parola, è una malattia. Sono malato di Ternana». Il presidente Stefano Bandecchi se l'era presa coi tifosi e le poche presenze allo stadio, nel video social diffuso dopo Ternana-Brescia. Ma nel giorno in cui ufficializza la candidatura a sindaco, addolcisce la pillola. Tuttavia, ribadisce l'auspicio che i tifosi vengano numerosi allo stadio a tifare. E ammette che la gara con il Brescia, 0-0 senza emozioni, non gli è piaciuta per niente: «Pareva il mondo dei mosci, da una parte e dall'altra». Il video, intanto. Lo spiega così: «L'ho fatto da tifoso. Mi dovete scusare, ma io, alla partita, sono così. Sono un tifoso che vuole vincere non vuole mosciumi. Qualcuno, a volte, manda al diavolo l'allenatore a gara finita. Io c l'ho lì davanti e ce lo mando a partita in corso. Il professore (il preparatore atletico Alberto Bartali, ndr) è seduto accanto a me e spesso mi frena, ricordandomi che sono il presidente». La Ternana gli fa questo effetto. E pensare, che in passato non aveva mai seguito il calcio. «Ho praticato tutti gli sport. Ma ho cominciato a tifare il calcio solo a febbraio 2019, quando ho preso la presidenza della Ternana. E tifo solo Ternana. Qualche volta vado fuori dalle righe, ma è proprio perché sono tifoso.

Se facessi impresa come faccio il tifoso, non sarei qui». E da tifoso vorrebbe sempre vedere bel gioco, gol e vittorie. «Sabato stavo per andarmene già prima della fine del primo tempo, ma un ragazzo che era con me mi ha detto che se fossi andato via prima sarebbe successo il finimondo». E' rimasto. E alla fine ha anche parlato con la squadra. A lungo, stavolta. «Ma della partita, non abbiamo parlato. Meglio che facciamo questa sosta, ora. Così, almeno ci riposiamo». Torna a chiamare a raccolta i tifosi allo stadio. «Molti mi mandano le statistiche e mi dicono che 5.000 presenti sono tanti. Sì, ma non sono mai troppi. Abbiamo anche uno stadio che non è il massimo del comfort. E' fatto in modo tale che se non si è in tanti, dagli spalti il tifo non si sente. Spesso, ci sentiamo soli, nel nostro stadio. Bisogna davvero essere dodicimila, perché il tifo si senta. Oggi la squadra ha bisogno di un grande seguito e deve sentirsi obbligata a giocare in modo giusto. Quello delle 14 è un orario in cui qualcuno cambia turno, ma alle 16,15 i turni sono già cambiati. Poi, so anche che sugli spalti del Liberati ci si bagna, ci piove in testa. Io vedo, quello che succede». Insomma, serve uno stadio nuovo. Come serve un centro sportivo. Ma la vicenda Villa Palma è ancora congelata. Tanto che Bandcchi ribadisce: «A Terni, non si fa. Narni? Vedremo. Bisogna trovare il terreno giusto».


Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Novembre 2022, 05:27
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