Ultranovantenni blindati nella rsa
La disperazione delle nipoti:
«Ci impediscono di vedere i nonni
vogliamo solo stargli un po’ vicino»

Ultranovantenni blindati nella rsa La disperazione delle nipoti: «Ci impediscono di vedere i nonni vogliamo solo stargli un po’ vicino»

di Umberto Giangiuli

TERNI Alba e Felice, 79 anni insieme. Lei, Alba 98 anni, 99 lui, ancora mano nella mano in una cameretta della residenza di Collerolletta. Hanno sopravvissuto a diverse epidemie, compresa quest’ultima del covid con tanto di ricovero in ospedale. L’unica loro figlia è morta lasciando due nipoti Silvia e Giulia Grechi, che amano e tengono ai loro nonni come alla cosa più preziosa al mondo. Loro, i nonni, sono là in quella stanzetta di Collerolletta coccolati da tutti, esempio di un grande amore che va avanti da 79 anni. Un record. Silvia e Giulia, però, sono rimaste male e si sono anche un poco arrabbiate quando si sono recate nella residenza e non hanno potuto avvicinarsi ai nonni.
Hanno sollevato un problema: chi ha la responsabilità di decidere fino a quando i famigliari degli ospiti delle Rsa non debbano avere la possibilità di avvicinare i proprio cari?. Così il 28 febbraio si sono recate a Collerolletta. « Di nostra iniziativa abbiamo fatto il tampone e munite di mascherine- raccontano- ma il personale aveva ricevuto indicazioni di non lasciarci entrare nella stanza dei nonni e di poterli salutare solo rimanendo davanti a una porta- finestra aperta. Una condizione inaccettabile per due persone così anziane e malmesse che, infatti, sentivano freddo e non erano in grado di rimanere esposti alla corrente d’aria per più di qualche minuto. Se non ci fosse stata, poi, la caposala (con grande umanità e generosità)- continuano- a farsi da mediatore tra noi e loro, non saremmo riuscite a far comprendere ai nostri nonni nemmeno che eravamo lì». E continuano: «I nostri nonnetti adesso sono entrambi negativi al covid e la Rsa ha dichiarato di essere covid free, quindi pronta ad accogliere nuovi ospiti. Cosa c’è di tanto strano se avremmo fatto sentire la nostra vicinanza per poco a tempo a nostri nonni?. Non ci stiamo, massima precauzione (indumenti protettivi, mascherine e guanti) ma i nostri nonni vanno riabbracciati. Un contatto umano dopo così tanti mesi di isolamento e malattia non può far loro che bene». 
«È evidente – spiega Silvia- che, nel loro caso, solo avvicinandosi fisicamente è possibile scambiare una parola e far sentire una vicinanza umana familiare, ed è da un anno che non possiamo farlo».

E qui viene chiamato in causa il responsabile delle struttura di Collerolletta Sandro Corsi. Sono sempre le due nipoti di Alba e Felice a raccontare: «Abbiamo scritto al signor Corsi di poter far visita ai nonni, non abbiamo ricevuto alcuna risposta. A noi sembra che, dopo un anno di pandemia, non sia accettabile né rispondente a un livello nemmeno minimo di umanità che la Rsa di Collerolletta non abbia predisposto, come invece è stato fatto in molte altre Rsa, procedure, spazi adeguati e modalità di incontro tra gli ospiti e le loro famiglie, che siano adeguate alle reali condizioni fisiche e mentali delle persone, e in totale sicurezza. Per quanto tempo ancora e perché i nostri nonni devono essere privati del nostro affetto?».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 3 Marzo 2021, 08:46
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