Acquasparta, l'edicola di Francesco Ammirati:
«Navighiamo a vista e teniamo duro,
noi sentinelle dell'informazione dal 1956»

Acquasparta, l'edicola di Francesco Ammirati: «Navighiamo a vista e teniamo duro, noi sentinelle dell'informazione dal 1956»

di Aurora Provantini
«Manco mi ha sfiorato l’idea di chiudere. La nostra edicola esiste dal 1956, ha retto alla crisi economica, poi a quella dell’editoria che ci ha toccati più da vicino, quindi sono sicuro che supereremo anche questo momento durissimo per tutti».  Francesco Ammirati, è figlio d’arte: «E’ stata nonna Rosa ad aprire la prima edicola dentro le mura, che è passata ai miei genitori e poi a me. Fino agli anni Ottanta, Acquasparta era ricca di negozi di prossimità con botteghe di giocattoli, di articoli da regalo, con due macellerie, l’edicola, una gioielleria, un ottico, un mini market, tutti nel centro storico». Nel 1992 Ammirati si sposta fuori dalle mura, in via Roma, dove prima c’era il  mini zoo. Un chiosco ottagonale in legno, che nel 2007 si trasforma nella moderna edicola a vendita interna di forma rettangolare di adesso.
«Quando esce il decreto Conte che fa chiudere ristoranti, bar, negozi, lasciando a noi giornalai la possibilità di restare aperti definendoci presidio essenziale di democrazia, non ci ho pensato due volte a munirmi del materiale necessario per distribuire i giornali in sicurezza. Con guanti, mascherine, disinfettante e lo spirito con cui apro ogni mattina, proseguo l’attività anche se gira meno gente e gli incassi sono diminuiti. Se i giornali escono è bene che noi edicolanti li distribuiamo. E visto che è necessario far rispettare le distanze assicurandosi di far entrare una persona alla volta, mi faccio aiutare da mio cognato Fabio».
Ammirati si abbassa la mascherina per raccontare come va la giornata ai tempi del Coronavirus: «Ci mancano i bambini, ma non perché sono sinonimo di vendite, ma in quanto è bellissimo vederli per mano ai loro nonni, che scelgono un giocattolo, lanciano uno sguardo ammiccante, aspettano la conferma del nonno per l’acquisto, e se ne vanno soddisfatti. Adesso si vende soprattutto Il Messaggero, che con la cronaca locale dà informazioni esatte su quello che accade nel territorio, e le enigmistiche».
«Se c’è preoccupazione?  Tanta. Sia per l’emergenza sanitaria, che per le conseguenze economiche che questa porterà. La nostra categoria andrà sostenuta con agevolazioni importanti e sconti sulle imposte comunali, più una rivisitazione dell’agio sui prodotti. Per ora navighiamo a vista e teniamo duro, perché siamo le sentinelle dell’informazione».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 18 Marzo 2020, 13:42
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