A Terni quattro vittime del metadone killer
L'assessore Coletto: "Serd aperto tutti i giorni e le fiale si assumono in presenza"

A Terni quattro vittime del metadone killer L'assessore Coletto: "Serd aperto tutti i giorni e le fiale si assumono in presenza"

di Nicoletta Gigli

TERNI - «Come tutti i servizi sanitari e gli ospedali, aperti il sabato e la domenica, a Natale, Pasqua e Capodanno, i Serd dovranno riaprire nei giorni festivi. L’assunzione del metadone dovrà essere fatta lì, davanti al personale medico e  infermieristico.  Se cura deve essere cura sia, ma sia cura vera».

Luca Coletto, assessore alla salute della Regione Umbria, è convinto che le regole sulla somministrazione del metadone ai tossicodipendenti in cura vadano completamente riviste e in senso restrittivo.

Soprattutto dopo che a Terni il metadone è finito sotto accusa per quattro decessi.

La scia di dolore inizia il 7 luglio 2020, quando Flavio, 16 anni, e Gianluca, 15enne, comprano un flaconcino di metadone da un tossicodipendente in cura al Serd e lo bevono con l’alcol. Nella notte scivolano dal sonno alla morte. Il pusher è ai domiciliari in comunità dopo la condanna con l’abbreviato e ora le famiglie dei due adolescenti hanno presentato il conto all’Usl Umbria 2:  cinque milioni di euro per la gestione del metadone concesso al paziente con l’affido fiduciario.

A dicembre un mix di metadone e alcol uccide Mehdi Tabei, 44 anni, tunisino, stroncato a casa di un tossicodipendente in cura. Martedì la morte di Emanuele Mattioli, 43 anni, ternano. Sotto accusa un mix di cocaina e metadone, assunto a casa di un amico che aveva la disponibilità del metadone per curarsi, ora indagato per l’omessa custodia e per morte come conseguenza di altro reato.

«Una brutta storia che nasce da una norma nazionale che prevede la somministrazione destinata al paziente domiciliare - dice Luca Coletto. Noi in Umbria abbiamo cercato di stringere una norma che secondo me è sbagliata.

Piaccia o no il metadone, finalizzato alla riabilitazione, è classificato come stupefacente e molti spacciatori lo usano per questo fine. Una distorsione del sistema che non è da imputare a medici e tecnici ma che sta lì, nella norma, che per me va rivista».

Ieri mattina l’assessore Coletto, convinto che non ci sia tempo da perdere, ha incontrato i dirigenti della Regione: «L’obiettivo è stringere ulteriormente e limitare al minimo, se non eliminare, l’affido del metadone a domicilio. Se non si ha la prova che davvero i pazienti in cura vogliono essere riabilitati lo devono assumere al Serd, davanti al medico. Non si può fare diversamente».

L’assessore alla salute entra a gamba tesa con un piano che agisce su due fronti: «A livello nazionale, con la proposta che farò in commissione salute - dice - perché stringa i cordoni della borsa. E a livello territoriale, con l’obbligatorietà dell’assunzione del metadone di fronte al medico e poi la riconsegna delle boccette vuote».

Luca Coletto si interroga sui «danni tremendi della tossicodipendenza» e sul dolore delle famiglie. Si dice convinto che debba esserci una reale vicinanza delle istituzioni e dei cittadini: «Perdere un figlio - dice Coletto -  è perdere una parte di se stessi, deve essere un dolore atroce. Oltre alla mia vicinanza c’è la mia volontà di intervenire per cercare non dico di eliminare, perché il diavolo è sempre in agguato, ma di entrare a gamba tesa su queste situazioni sia a livello nazionale che territoriale. Con ulteriori restrizioni».


Ultimo aggiornamento: Sabato 4 Febbraio 2023, 08:37
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