A Collestatte il museo dimenticato
da sette anni le porte sono sbarrate

A Collestatte il museo dimenticato da sette anni le porte sono sbarrate

di Umberto Giangiuli

TERNI Mentre a Marmore un privato acquista villa Morandi per realizzarci un museo e da qualche anno l’”Hydra” incontra il favore dei turisti, c’è un museo  da sette anni  chiuso, sbarrato, non più accessibile ai visitatori. Lì, all’interno delle stanze di palazzo Magalotti a Collestatte c’è di tutto, soprattutto 157 specie di uccelli imbalsamati, alcuni estinti ed altri rari, oltre 70 modelli in gesso di funghi velenosi, mortali e tossici. Un sistema multimediale per la rappresentazione dei microambienti più caratteristi del Parco fluviale del Nera e della Cascata. Ed ancora: un piccolo laboratorio dotato, tra l’altro, di un ottimo microscopio ottico con telecamera e sistema computerizzato per la proiezione sul monitor delle immagini dei reperti esaminati, in particolare delle spore e dei sistemi cellulari riproduttivi dei miceti; un frigorifero per la conservazione di vari reperti;  una interessante biblioteca dotata non solo di volumi attinenti ai temi della micologia e dell’ornitologia ma anche di quelli riguardanti l’immenso patrimonio naturalistico e storico-culturale dell’intera valle del Nera. Questo immenso patrimonio, però, non è più usufruibile dal turista. I tanti reperti, selezionati dal Ciav (Centro iniziative ambiente Valnerina) il cui presidente è Enrico Bini, nel corso di tanti anni di attività sul territorio  rischia di marcire a discapito dello stesso territorio provinciale, perché se è vero che il museo ambientale si trova in una antica ex municipalità, come quella di Collestatte, è altrettanto vero che la raccolta dei reperti è patrimonio di tutta la Provincia.

L’intero materiale all’interno di palazzo Magalotti è di proprietà del Ciav in quanto ceduto in comodato d’uso al comune di Terni con un accordo del marzo 2007 «regolarmente registrato- precisa Bini- presso l’ufficio delle entrate». Un patrimonio da riportare alla luce per non lasciarlo ammuffire all’interno delle stanze di palazzo Magalotti. Le due sezioni espositive sono di  grande pregio e di indubbio valore scientifico, divulgativo e formativo di carattere ambientale -naturalistico, con particolare riferimento per gli alunni in età scolare. «Da ricordare- riprende Enrico Bini- come la parte   micologica è l’unica  in Umbria ed è  presente soltanto in pochissime altre realtà nazionali. Purtroppo, per i motivi diversi, dal lontano 2015 le porte di accesso al museo sono sbarrate per gli effetti della scelta assunta dal comune di Terni di inserire le sezioni espositive di Palazzo Magalotti all’interno dei Cea (Centro di educazione ambientale) con l’assegnazione in gestione all’Ati (Associazione temporanea di imprese) incaricata, in quel periodo, della gestione dei servizi turistici della cascata delle Marmore». Intanto sul problema ha presentato un’interrogazione al Comune il consigliere del Pd Francesco Filipponi chiedendo «la riapertura del museo Magalotti di Collestatte e riutilizzare i contenitori del paese per rivitalizzare il centro abitato e ridare nuovo slancio al turismo in tutta l’area della Cascata». «La struttura di Collestatte - conclude Bini- potrebbe rappresentare una concreta offerta turistica per le migliaia di visitatori paganti che ogni anno visitano la Cascata».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Dicembre 2022, 11:22
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