Natale con l’etichetta: dai posti a tavola ai discorsi da evitare, ecco il galateo delle Festività

Natale con l’etichetta: dai posti a tavola ai discorsi da evitare, ecco il galateo delle Festività

di Sabrina Quartieri

Saranno le Feste della convivialità ritrovata, quelle alle porte, tra grandi raduni familiari e visite agli amici di sempre, secondo la bella tradizione dello stare assieme a tavola e non solo, durante il periodo natalizio. È importante quindi che, in vista dei tanto attesi momenti di condivisione che ci aspettano, ci si prepari bene, per onorare come non mai gli appuntamenti a cui siamo chiamati a presenziare in veste di ospiti o di padroni di casa. Del resto, chi non ha volgia di vivere i giorni della Vigilia, del Natale e di Santo Stefano senza pensieri e in armonia con gli altri? Ma quali sono le regole da sapere, per prevenire eventuali insidie, tra gaffe e dissidi, che potrebbero prendere il sopravvento nei lunghissimi pranzi e cene comandati di fine dicembre? 

A venire in soccorso in materia, con dei consigli pronti all’uso per uscire indenni dalle Festività, è un vero esperto: Samuele Briatore, presidente dell’Accademia Italiana del Galateo e autore del libro “Il nuovo galateo di genere” (Newton Compton Editori). Innanzitutto, l’etichetta ci parla dell’assegnazione dei posti a tavola: in merito, non solo è passato in disuso l’obbligo che, a sedere, voleva l’alternanza uomo donna; ma si richiede pure di separare le coppie. Esistendo infinite altre occasioni per parlarsi, tra due persone che stanno insieme, la cena della Vigilia e il pranzo di Natale o Santo Stefano vanno intesi piuttosto come un’opportunità per aprirsi a nuove conoscenze. Si deve infine riservare un’attenzione in più a chi è mancino, facendolo accomodare in punti strategici che non disturbino la sua gestualità. 

Passando ai menu delle Feste, si segue la tradizione nella scelta delle portate, ma senza dimenticare di tenere in considerazione tutte le abitudini alimentari degli ospiti. Chi invita, quindi, avrà la premura di informarsi se, tra i commensali, qualcuno ha delle allergie o delle intolleranze oppure se c’è chi segue una dieta vegetariana o vegana. Dall’altra parte, anche chi riceve l’invito deve comunicare se rientra in questi casi, evitando di specificare però ulteriori preferenze. Solo una volta iniziato il pasto, vige il principio della fluidità in materia di etichetta, perché tutti devono potersi sentire a proprio agio. Se ad esempio si vede usare la forchetta da dolce per mangiare l’antipasto, farlo notare sarebbe un’imperdonabile mancanza di buone maniere.

E si arriva così al vero tasto dolente degli incontri delle Festività: la conversazione, anche se, nonostante tutto, è favoritissima, specie di questi tempi in cui a tavola ha la meglio sulla parola il cellulare (che, ça va sans dire, è ospite sgradito).

Per evitare discussioni, vale sempre la regola d’oro che non si parla di politica, né di religione: sono temi divisivi, capaci di rovinare anche i rapporti più longevi. Il consiglio è poi di glissare su aspetti personali intimi, come la salute o la vita privata, particolarmente gettonati tra parenti ficcanaso e giudicanti. L’incubo dei single non proprio di primo pelo è la fatidica domanda: «Che aspetti a fidanzarti»? Per le coppie che non hanno messo su famiglia, suscita la stessa sensazione di disagio, il «Quando ci date un nipotino»? Vietato costringere, quindi, chi è riservato a dare spiegazioni su affari delicati o a doversi giustificare per forza. Il galateo in tal caso ci dice di tenere la curiosità a bada. Ma se qualcuno, non volendo, parla troppo e fa una gaffe, l’etichetta non è inclemente: capita a tutti di sbagliare, non è la fine del mondo. Basta ammetterlo, chiedere scusa e andare avanti. L’altra persona apprezzerà.

Allo stesso modo, chi si sente offeso per una battuta infelice, non dovrà partire contrattaccando sullo stesso piano: il suggerimento, per non esacerbare i toni, è rispondere con frasi che favoriscono il chiarimento. Come «Non l’ho capita: me la spieghi»? È una risposta efficace per contestare in modo fermo, ma educato e non aggressivo, quanto è stato espresso. L’ultima regola aurea delle Feste a prova di galateo è ancora una volta per chi apre la porta di casa: mai lasciarsi prendere dall’ansia da prestazione, dal desiderio di fare bella figura e dalla volontà di avere tutto sotto controllo, risultando alla fine il grande assente della tavola. Meglio accettare la possibilità che qualcosa non andrà come programmato, in nome del vero spirito del pranzo o della cena: lo stare assieme. Una piccola dimenticanza non renderà di certo l’occasione meno piacevole, anzi. Forse sarà proprio l’imperfezione a farla diventare autentica e indimenticabile. 


Ultimo aggiornamento: Giovedì 22 Dicembre 2022, 18:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA