In Marocco a Chefchaouen: la città blu amata dai travel influencer

In Marocco a Chefchaouen: la città blu amata dai travel influencer

di Sabrina Quartieri
Outfit di lino bianco per lui, giallo o arancione per lei, con occhialoni vintage su capigliatura di seta: sono questi i look prediletti dai travel influencer che fanno tappa nella loro amata Chefchaouen, nel nord del Marocco. In un susseguirsi di vicoli pavimentati di ciottoli, con i portoni su cortili andalusi e le case imbiancate di bianco e di blu, la sua medina è, infatti, un gioiello architettonico già dai tempi della Caduta di Granada. Ovvero quando, sul finire del XV secolo, i rifugiati musulmani arrivarono qui e dipinsero tutto con i colori del cielo e del mare, per tenere lontane le zanzare. E questa affascinante scenografia, nei secoli, ha reso il luogo un vero e proprio set a cielo aperto tutto da fotografare e postare.
 
 

 
La città, circondata dalle sontuose vette del Rif (il suo nome, in berbero “rifain”, significa “corna”, facendo riferimento alle cime che la dominano), è rimasta ancora autentica. Ma di certo, complici i social network, non è passata inosservata ai Millennials, che girano il mondo andando a caccia di location instagrammabili da migliaia di like. La pagina con hashtag Chefchaouen, infatti, ha già oltrepassato il mezzo milione di post. Nelle foto, gli influencer appaiono adagiati su muretti celesti, in penombra tra i tappeti berberi delle botteghe o in posa vicino a grandi portoni ad arco. Nel feed, inoltre, non mancano i panorami della medina dall’alto. Un colpo d’occhio perfetto da pubblicare, con il blu dell’antico centro abitato che fa da contrasto al rossastro della terra tutta intorno.
 
Girovagando tra le stradine, dove si incontrano moschee, santuari e hammam, si raggiunge Plaza El Hauta. Qui, una grande fontana blu fa compagnia ai tavolini colorati dei cafè ombreggiati dagli alberi di fichi. Così, ci si gode un po' di pace al fresco, mentre si sorseggia del tè alla menta. A Chefchaouen, a settembre scorso è arrivata anche la versione blu del locale “Clock”. La filosofia è la stessa dei gemelli di Fès e Marrakesh: offrire un luogo dove le persone (per lo più straniere) possano conversare e fare network, partecipare a un corso di liuto marocchino e imparare la calligrafia araba. La sera, inoltre, c'è sempre qualcosa, per chi vuole ascoltare musica dal vivo, sia tradizionale che pop. Magari, dopo aver assaggiato un camel burger, la specialità della casa, oppure una quiche o un piatto di falafel. Insomma, al “Clock” si va ben oltre i piatti tipici locali come la tajine e il cous cous. E questo, per accontentare spagnoli, inglesi, cinesi (in due mesi se ne sono registrati due milioni e si contano già cinque ristoranti con cucina cantonese), giapponesi, russi, americani e italiani.
 
Ancora: se la moschea spagnola della medina è la location giusta per godersi un tramonto da cartolina, le cascatelle ai margini sono ideali per un picnic da vero “local”. Lo shopping tra i vicoli è d’obbligo (fosse solo per l’altissimo numero di botteghe presenti), ma vale la pena addentrarsi nella casbah, costruita nel XVII secolo da Moulay Ismaïl per difendere la città, per perdersi tra i tranquilli giardini andalusi. Il climbing in montagna è l’alternativa per gli amanti dell’outdoor, scegliendo poi di alloggiare in una delle fattorie dei villaggi in quota. Nei dintorni di Chefchaouen, la meta naturalistica proprio da non mancare è Akchour: si tratta di un eden fatto di cascate e laghetti color smeraldo, raggiungibile con due ore di camminata, per un indimenticabile bagno rinfrancante contro l’afa di questi mesi estivi.

Tutto da fotografare (e postare) è un arco intagliato nella roccia rossa: si chiama il Ponte di Dio e sovrasta l’acqua cristallina dell’Oued Farda. Infine, ecco due curiosità che possono servire agli influencer per delle “caption” a regola d’arte: Chefchaouen nel 2010 è stata iscritta nel Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’Unesco come promotrice, insieme a Italia, Spagna e Grecia, della dieta mediterranea, che qui è sinonimo di olio d’oliva, cereali, frutta e legumi freschi o secchi, pesce, prodotti caseari e carne, oltre che di numerosi condimenti e spezie. Ancora: la sorgente di Ras El Ma, che scende dalla montagna, offre uno spettacolo rinfrescante che porta indietro nel tempo: i due antichi lavatoi comuni vengono ancora utilizzati dagli abitanti per lavare la biancheria con la sua acqua millenaria, proprio come si faceva una volta.
 






 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 9 Settembre 2019, 12:53
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