Sanremo 2020, i Pooh rifiutano di tornare all'Ariston: «Abbiamo preso strade diverse»
di Mattia Marzi
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L'ALBUM
Red Canzian ha pubblicato due anni fa l'album Testimone del tempo, mentre Dodi Battaglia (68) è impegnato con il progetto Perle: «Ero il meno favorevole allo scioglimento, ho dovuto accettare la decisione degli altri e imparare a rispettarla», sottolinea il chitarrista. Tra di loro si sentono raramente, dicono. Solo quando si devono confrontare sulle varie operazioni legate al marchio Pooh. È successo, ad esempio, con Le canzoni della nostra vita, collana ideata da Sony e distribuita in edicola che ripercorre la carriera del gruppo (il primo volume, Opera prima, è disponibile dal 10 gennaio, e il 17 sarà la volta di Uomini soli): ogni uscita è arricchita da un fascicolo con foto e interviste in cui i Pooh raccontano aneddoti e curiosità sulla nascita dei brani che li hanno resi celebri. Un modo per far continuare a vivere la loro storia, segnata da successi discografici ma anche da momenti di crisi: dall'uscita dal gruppo del batterista Valerio Negrini (che continuò a collaborare con i Pooh come autore, fino alla sua scomparsa avvenuta nel 2013) alla separazione dal produttore Giancarlo Lucariello, passando per l'addio di Riccardo Fogli. «Ogni volta che all'interno del gruppo c'è stata una frattura, ce l'abbiamo messa tutta per andare avanti compatti. E dai momenti di crisi sono nati i nostri lavori migliori», dicono Facchinetti e Battaglia. Un vero addio non ci sarà mai, in realtà: «Abbiamo creato qualcosa che resterà anche quando noi non ci saremo più e rappresentato il simbolo dell'amicizia in musica. Come diciamo in una canzone, si può essere amici per sempre. E anche se le nostre strade adesso hanno preso direzioni diverse, noi continuiamo ad esserlo.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Gennaio 2020, 08:28
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