Supporto psicologico e social, nella Rete non è tutto oro

Supporto psicologico e social, nella Rete non è tutto oro

di Maddalena Messeri

Sarà lo scoppio della guerra in Ucraina, sarà che eravamo tutti stufi dopo due anni di notizie martellanti sul Covid, ma come per magia il virus è sparito. Puff. E nonostante sia in corso una vera e propria rimozione di massa, l'onda lunga della pandemia resta, con stress, ansia, depressione, disturbi alimentari e problematiche relazionali; e a farne le spese sono soprattutto bambini e adolescenti. Così, grazie anche ai 20 milioni di euro stanziati dal Governo per il Bonus Psicologo, sono schizzate le richieste d'aiuto. E i social che ruolo giocano? Innanzi tutto sono stati un rifugio: vi ricordate gli aperitivi su Zoom, le dirette e i tutorial? Ognuno ha provato a resistere all'isolamento reale con una presenza online. I social davvero ci hanno tenuto in contatto, fatto sentire meno soli. Su Instagram sono poi nati account di supporto psicologico, seguitissimi, come @psicoadvisor, @guidapsicologi e @unobravo_net.

Tutti gestiti da professionisti e pieni di articoli e approfondimenti interessanti. Ma se d'ogni verità anche il contrario è vero, dall'Università di Bath arriva una ricerca sorprendente: con una settimana senza l'utilizzo dei social, cala l'ansia e migliora il benessere. Lo studio individua nella lente distorta della mondanità esibita sui social, nella felicità posticcia, nelle vite inarrivabili mostrate degli influencers, la fonte di invidia sociale, frustrazione e senso di inadeguatezza. Dunque ricordare sempre: non è tutto oro quello che luccica.


@maddai_


Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Marzo 2023, 21:29
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