Seconda mano da lockdown

Seconda mano da lockdown

di Maddalena Messeri

La pandemia, lo stare a casa per giorni interi, la voglia di liberarsi di tante cose mai usate e l'incontro con una minor disponibilità economica, hanno creato le condizioni perfette per un boom del second-hand. Acquistare mobili, oggetti e vestiti usati non è più un tabù, qualcosa di cui vergognarsi. Anzi, si compra e si vende, con soddisfazione da parte di entrambe le parti.
Una vera e propria usato-mania, un riciclo virtuoso e divertente, in cui la scelta è sì guidata da una voglia di risparmiare, ma anche da una responsabilità nei confronti dell'ambiente: dare una seconda vita ad oggetti destinati alla discarica è un contributo concreto alla salvaguardia del clima, così come scegliere di indossare un abito vintage contribuisce a disinnescare la catena del fast-fashion, la seconda industria più inquinante al mondo. Negli ultimi mesi sono esplose le vendite, offline ma soprattutto online: sui social ogni utente può sfruttare a proprio vantaggio la situazione, specialmente con i popolari annunci sul Marketplace di Facebook. In questo sistema win-to-win, armadi, cantine e soffitte pieni di roba non fanno più paura, anzi diventano una risorsa. E chi deve arredare casa o rifarsi il guardaroba ma non ha tanti soldi da spendere, trova sempre qualcosa alla propria portata. Una scelta economica, una scelta di responsabilità sociale. Uno dei pochi strascichi positivi lasciati dal Covid19.
@maddai_
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Maddalena Messeri, sangue toscano in cuore romano, si occupa di comunicazione digitale e produzione di contenuti, collabora con diverse testate online.

Trentanni, ha una vespa, un cane e una penna stilografica con cui scrive tutti i giorni dai tempi del liceo. 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 17 Maggio 2021, 21:02
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